Editoriale (luglio 2017)


di Andrea Pachetti

Ho pensato fosse utile aggiungere al sito un commento (aperiodico) che facesse il punto della situazione riguardo Quattro Bit, le sue dinamiche e il suo futuro. Evitando di raccontare una lunga storia noiosa (to cut a long story short) riassumo il tutto dicendo soltanto che il sito ha ormai superato i dieci anni di vita: era infatti il 2007 quando le prime recensioni venivano pubblicate in questo spazio, immerse in una Rete completamente diversa da quella attuale.

Allora, in sostanza, le persone interessate ai vecchi videogiochi cercavano informazioni e saltellavano da un sito all'altro usando i motori di ricerca, mentre lo scambio di opinioni era riservato ai gruppi su Usenet o, sempre più spesso, ai forum di discussione. Incredibile a dirsi, l'e-mail veniva ancora usata come normale mezzo di comunicazione e non solo come mezzo per iscriversi ai social network e riceverne gli aggiornamenti.

Adesso le stesse persone non usano più il computer ma il telefono (lo noto dalle statistiche), mentre i tempi di lettura e di fruizione dei contenuti si sono ridotti ai minimi termini; persino quello che era un testo normale senza pretese, pubblicato su una paginetta di Geocities, è ormai da considerarsi un vero e proprio long form, che poche persone riescono a leggere fino alla fine.

Nello stesso modo, un contenuto ormai non esiste se non viene adeguatamente pubblicizzato sui social network: visto che mi è sempre piaciuto essere molto trasparente riguardo ciò che scrivo, mediamente gli ultimi articoli che ho presentato hanno raggiunto una cifra di 200-300 letture al momento della pubblicazione (alcuni, grazie alle condivisioni, si sono attestati intorno alle 1200-1500 letture) per poi "morire" completamente nel giro di pochi giorni e situarsi, nelle settimane successive, a cifre di 1-5 letture.

Non sono sicuro che queste cifre si riferiscano alle letture reali, ma rispondano piuttosto alla rapida assegnazione di un "mi piace" e al click istintivo, magari alla ricerca di un'immagine piacevole o un filmato da digerire velocemente. È perfettamente comprensibile del resto, poiché durante gli orari di maggiore fruizione tramite smartphone (pausa pranzo, uso dei mezzi pubblici, post-cena) non è certo possibile impiegare almeno una ventina di minuti nel leggere qualcosa di approfondito.

Con la tendenza attuale, l'unico modo per mantenere vigile l'attenzione dei lettori è quindi proporre contenuti a getto più o meno continuo, in modo da ottenere una certa fidelizzazione. Da questo punto di vista non posso che affermare di essere un fallimento completo; analizzando la sezione dei testi originali, ne ho scritti 5 nel 2014, 4 nel 2015, 2 nel 2016 e 2 (per ora) nel 2017. Con questi numeri davvero non si può riuscire a ottenere un feedback adeguato.

Non sto dicendo di essere insoddisfatto di quanto appare sul sito, anzi: ritengo che ogni scritto, frutto spesso di intere settimane di lavoro, ha la sua ragione d'essere e penso (senza falsa modestia) che possa essere utile per uno studio storico dell'evoluzione del videogioco in Italia. In questo senso, sono particolarmente soddisfatto di essere riuscito a chiarire il fenomeno della distribuzione di cartucce all'inizio degli anni Ottanta, facendo "parlare" i principali protagonisti, dalla Melchioni all'Audist, concludendo di recente questo percorso con la Miwa Trading.

Ciò che sto affermando è che il sito non può più proseguire in questa forma, poiché il lavoro necessario per alimentarlo risulta ormai eccessivo, di fronte alla sensazione di isolamento e frustrazione che ne deriva.

Rispondo in anticipo alla principale opposizione: «Ma è semplice, se non ti diverti più a scrivere nel tuo tempo libero allora smetti, che problema c'è?» Il problema è che non vorrei smettere, ma anzi studiare ancora meglio e approfondire ancora di più certe dinamiche. Il secondo problema è che mi piacerebbe che questo diventasse qualcosa in più dello "scrivere nei minuti di tempo libero", soprattutto per superare il luogo comune per cui i testi online sono prodotti di scarto e di secondo piano, utili solo a essere (più o meno) copiati da qualcun altro nel momento in cui fa comodo.

Ho quindi elaborato una serie di ipotesi sul futuro, con i problemi che derivano dalle singole scelte:

  • Passaggio a un altro tipo di piattaforma di blogging più performante, come Wordpress. / Risolverebbe il problema legato ad alcune limitazioni di blogger, come menu e categorie, ma non risolve affatto la questione strutturale: forse è la forma "blog" in quanto tale a essere completamente superata. A ciò si aggiunge la perdita del ranking faticosamente conquistato su Google.
  • Passaggio a un sito vero e proprio. / Aumenterebbe esponenzialmente il tempo da dedicare alla gestione, a scapito di quello utile per la produzione dei testi.
  • Uso di una piattaforma di scrittura social, come Medium. / Interessante, ma a una prima analisi mi pare che la presenza di scritti in italiano sia ancora trascurabile, per cui sarebbe necessario l'uso esclusivo dell'inglese.
  • Passaggio dei contenuti a un sito commerciale, che voglia investire nell'idea legata a Quattro Bit. / Non credo esista qualcuno che abbia voglia di investire in una realtà così settoriale e poco attrattiva dal punto di vista pubblicitario: se esistesse, si sarebbe già manifestato nel corso di tutti questi anni. Inoltre, essendomi dato sempre la metaforica zappa sui piedi, perché qualcuno dovrebbe investire denaro in qualcosa che è sempre stato fornito gratis? È sempre stato meglio, da parte loro, copiare o "ispirarsi" senza spendere alcunché.
  • Introduzione di pubblicità nel sito o contributi volontari mediante Patreon. / Sono sempre stato contrario all'introduzione di pubblicità, non lo farò mai. La questione Patreon è diversa e mi sembra utile a molti siti esteri non tanto per il denaro in sé, quanto per la legittimazione presso il pubblico che questa dinamica permette. Non credo che l'idea di Patreon possa attecchire molto in Italia, ma è una pratica da analizzare.
  • Presentazione delle attività di Quattro Bit durante manifestazioni a tema retrocomputing. / Interessante, certo, ma vale quanto detto sopra per i siti commerciali. Se qualche manifestazione avesse avuto interesse in questo tipo di approfondimenti, mi avrebbe già contattato.

Da poco meno di cinque anni, oltre a questo sito, sto lavorando su un libro di interviste relative al Commodore 64. Raccogliere le testimonianze dei protagonisti di quel periodo è un'esperienza esaltante ma anche molto laboriosa: per poter gestire meglio tutto il materiale raccolto e dargli una forma appropriata, sospenderò fino a data da destinarsi tutti gli aggiornamenti di questo spazio. A tempo debito, ovviamente, aggiungerò qui una pagina per presentare il libro in modo approfondito.

Qualunque riflessione da parte vostra è ovviamente gradita, sia sui social network ma soprattutto in calce a questo articolo. Ne terrò di certo conto, quando il futuro di Quattro Bit dovrà essere definitivamente deciso.

Commenti

  1. Medium mi sembra una piattaforma interessante e ben fatta: hai mai valutato la possibilità (avendone tempo e modo, chiaramente) di pubblicare i tuoi testi sia in italiano, che in inglese?

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    1. Sì, qualche mese fa avevo creato un account personale su Medium proprio per iniziare a orientarmi sul network e capirne le finalità. Creare doppi post inglese/italiano sembrerebbe essere l'unica soluzione per proporre efficacemente un contenuto ma, come dici tu, questo dilata ancora di più il tempo necessario per scriverli. È comunque una possibilità che sto contemplando, anche se tremo all'idea di poter essere ancora più "lento" di quanto sono già adesso. Un saluto.

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  2. Andrea, ti sono nel cuore e capisco, fino all'ultima lettera, le riflessioni e (forse) le amarezze che questo editoriale ha espresso. Dal canto nostro (perché penso di esprimermi anche a nome di Emiliano Buttarelli) avrai sempre sostegno, sopratutto quando giungerà il momento della pubblicazione del tuo libro. In quella fase il tuo blog sarà un ottimo punto di riferimento, per questo ti invito a "resistere" fino ad allora nel mantenerlo. Noi ti promettiamo una trasmissione radio (per quanto pulciari possiamo essere su Atom Radio) tutta dedicata a te e al libro,oltre che al sostegno promozionale sui social. Di più, purtroppo, non possiamo fare, ma sono sicuro che altri ci seguiranno in questo intento. Come ho avuto modo di dirti in passato, tu sei una persona molto ben considerata nell'ambiente retro e hai dei grossi meriti. Alla fine i nodi vengono al pettine e tu, caro mio, sei un bel nodone. Hai già i miei soldi per il libro.

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  3. Mi spiace molto che tu abbia deciso di non continuare coi tuoi articoli, io sono un collezionista di retrocomputer, nonché un appassionato di storia del videogioco, e mi rendo conto che purtroppo ciò che non viene pubblicizzato sui social si perde.
    Ti posso solo dire che io mi occupo per lavoro di sviluppo web, quindi se hai eventualmente bisogno di qualcuno che ti dia spazio su un server e supporto gestionale per un eventuale sito posso darti una mano gratuitamente, in modo che tu possa continuare a scrivere se vuoi. Inoltre avrei anche altri progetti in mente sul commodore64.
    Se sei interessato anche solo a discutere un po' di eventuali progetti futuri puoi scrivermi a xainbit@gmail.com, grazie e buona continuazione!

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  4. Sono tra quelli che (su Youtube nel mio caso) pubblicano con una discreta frequenza, e non credere che ciò porti a chissà quali migliori risultati. Ho premesso ciò per dire che di stimoli per continuare col mio hobby non posso chiederne al pubblico. Dipende tutto da te.

    Oggi, alcune realtà che vediamo in lingua inglese o in altri campi semplicemente non possono esistere. Il pubblico del retrogaming/retrocomputing è piccolo, quello con un minimo di intelligenza ancor di più, quelli con cui è piacevole confrontarsi non ti dico. Parlo di qualche decina di persone, certamente non di più.

    Occhio a Patreon, noi italiani non lo capiamo. Io lo uso, non ci prendo 10$. Ho visto siti con migliaia di iscritti non arrivare a prendere 30$ e questo, ahimé, è demotivante, soprattutto perché se apri un patreon è perché un po' ci credi. Alla gente piace il tuttogratis e subito, se possibile ti blocca anche la pubblicità così non prendi neanche quei 0.01 cent di spot. È un bellissimo sogno, ma la gente va educata a comprare ciò che apprezza e che vorrebbe trovare ancora in futuro. Oggi in Italia ciò non è possibile nella nostra passione.

    Tutto questo giro di parole per dire che quello che fai deve essere importante per te. Ha valore, questo è indubbio ma non sprecare energie e risorse per "aprirlo al pubblico", non sacrificare il tuo progetto in favore di una fruibilità ahinoi non richiesta.

    Devi farlo perché i tuoi scritti sono belli, perché lasciano una traccia, perché contribuiscono alla scena italiana che è anche molto apprezzabile nelle fiere ma tanto misera nei testi. Devi essere tu la tua fonte di soddisfazione e questo è possibile e può essere comunque molto bello.

    Il mio suggerimento è di usare una piattaforma protratta verso la condivisione e facilità di consultazione. Intendo commenti pubblicati contemporaneamente su FB e pagina del sito, intendo una piattaforma che non ti costi nulla e che sopravviva anche a una tua prolungata inattività (quanto si è perso con i tanti sitarelli morti nel momento in cui il proprietario si è seccato di pagare le spese?).

    Sembra strano, ma dobbiamo proteggere il nostro lavoro da noi stessi, che siamo umorali e oggi sognamo di lanciare un patreon e domani incazzati vogliamo cancellare tutto. Secondo me vale la pena di continuare a fare un ottimo lavoro perché è bello così, ed essere pronti, se c'è una possibilità remota che accada, a ricevere più visite grazie ad una semplice tracciabilità e facilità di aggregazione.

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  5. Grazie per questi commenti. In particolare, Gianluca, confermi davvero alcune delle perplessità di base che avevo su alcuni passaggi che, in Italia, al 99% non possono funzionare.

    L'integrazione dei commenti è certo una questione interessante e mi piacerebbe poterla proporre, ma necessita almeno del passaggio a Wordpress (su Blogger bisogna fare dei workaround che non mi sembrano granché) e la creazione di una pagina su fb, che poi deve essere curata bene, spendendo ulteriore tempo.

    Quindi per adesso si tratta di uno stop temporaneo, sperando che il libro possa essere concluso non in tempi biblici...

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