Pubblicità comparativa Intellivision / Atari (1982)

di Andrea Pachetti

La prima vera e propria "console war" italiana è andata in scena nel 1982 quando, durante l'estate dei mondiali di calcio spagnoli, arrivò sul mercato l'Intellivision di Mattel, che tentò di scalzare il dominio di Atari con il suo VCS, che da circa un anno e mezzo era importato nel nostro Paese con successo dalla Melchioni.

Secondo un report di fine giugno '82, pubblicato da Vittorio Castelli su Billboard, la Melchioni deteneva il 50% del mercato italiano, valutabile globalmente in oltre 6 milioni di dollari. Per dirla in altri termini, secondo Billboard una console su due tra tutte quelle vendute in Italia era un Atari VCS.

In una situazione di questo genere la politica di Mattel fu molto aggressiva dal punto di vista pubblicitario, deviando completamente dall'atteggiamento dimostrato durante la presentazione dei giochi elettronici portatili del 1979/80; in questo caso si andò a toccare nel vivo proprio uno dei punti "di confine" nei temi degli spot, cioè le definizioni di pubblicità comparativa diretta e indiretta, regolamentate dal Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale dello IAP, a questo link nella versione attuale.

Lo spot televisivo che andò in onda sui principali canali italiani nel 1982 era la rielaborazione della campagna pubblicitaria americana dell'anno precedente: questa aveva avuto come personaggio principale George Plimpton, nome molto noto negli Stati Uniti ma praticamente sconosciuto da noi. Le modifiche andavano a eliminare ogni citazione diretta di Atari, lasciando parlare solo le immagini.

Ecco quindi lo spot originale seguito da quello italiano, quest'ultimo digitalizzato dall'ottimo sito Ludivision.it.





La trascrizione dei due testi fa apprezzare maggiormente le sottili modifiche apportate in sede italiana:

I'll be making more comparisons between Mattel Electronics Intellivision and Atari
Voglio proporvi un confronto molto interessante fra due videogiochi elettronici

Different games for the same result
Giudicate voi con i vostri occhi

Look at Atari Basketball
Guardate questo basket

And Intellivision
E il basket Intellivision

I think Intellivision plays much more like real basketball
Intellivision mi sembra più vicino alla realtà

Here's Atari Soccer
Confrontiamo anche questo calcio

And Intellivision
Con il calcio Intellivision

Again, I find Intellivision more sophisticated, and lifelike
Intellivision mi sembra più sofisticato, più realistico

If you try them both, I think you'll find the clear winner is...
Confrontateli tutti, ma io credo che il vincitore sarà sempre lo stesso

Intellivision from Mattel Electronics
Intellivision by Mattel Electronics

Il risultato di questa campagna pubblicitaria fu una causa intentata da Atari contro Mattel. Come andò a finire? Per quanto riguarda Atari, è giusto segnalare un passo della nostra intervista del 2015 a Giovanni Capparella, product manager di Melchioni:

«Avevamo anche un primo concorrente, l'Intellivision della Mattel, che proponeva in una campagna pubblicitaria in contemporanea con noi e, per la prima volta in Italia, uno spot comparativo che confrontava la definizione dei loro giocatori nella cassetta del basket con la stessa cassetta gioco di Atari. Facemmo causa e la vincemmo, anche se l’effetto che Intellivision si era preposto era comunque raggiunto, quello di presentare un gioco più definito e quindi più divertente. Era iniziata la sfida del futuro: la maggior definizione dei giochi per avvicinarsi il più possibile alla realtà. Comunque L’Atari rimaneva leader di mercato, data la grande varietà di giochi che proponeva in alternativa al concorrente.»

Parlando invece di Mattel, mi permetto di citare invece una parte del ricordo di Giancarlo Livraghi, tratto da Spaghetti Hacker di Stefano Chiccarelli e Andrea Monti (pag. 32), che rimane a oggi l'unica testimonianza storica riguardante Mattel Electronics in Italia.

«Lavoravo per la Mattel, che decise di lanciare anche in Italia i suoi "giochi a cartuccia" contro Atari. Si fecero due scelte vincenti. La prima, di far partire la campagna "natalizia" a settembre e così anticipare la concorrenza. La seconda, di fare pubblicità "comparativa". Non eravamo superiori ad Atari come meccanica di gioco, ma avevamo una grafica molto migliore. Così decidemmo di mostrare i nostri giochi in diretto confronto con i loro. Eravamo "nella legge" perché in Italia è consentita la "comparazione" se non si cita il nome del concorrente (ma era evidentissimo chi fosse, perché ce n'era uno solo ed era la marca dominante). Alla fine l'Atari trascinò la Mattel davanti all'autodisciplina e anche in tribunale... in realtà non avevano alcuna ragione sostenibile, ma dopo varie lungaggini fu raggiunto un accordo "amichevole"... così passò un tempo sufficiente perché la nostra campagna avesse pieno effetto. Fu un trionfo: la neonata Intellivision vendette molto più di Atari.»

Commenti

  1. Grazie per questo post. Mi riporta al 1984, quando, felice possessore del Commodore VIC-20, in seguito ad un telefilm stetti lì lì per cambiare idea e virare verso il mondo delle console. La neonata Italia Uno passava la terza stagione di Ralph Supermaxieroe (The Greatest American Hero), commedia americana che faceva il verso alle più blasonate serie dedicate ai supereroi.

    Nella decima puntata, intitolata Maghi e Stregoni (Wizards and Warlocks), il giovane principe arabo Aha - nome che finisce per essere un gioco di parole ricorrente nell'episodio - è in America per uno scambio culturale. Durante la sua permanenza al campus, frequenta un gruppo di studenti che gioca abitualmente a Maghi e Stregoni, un gioco di ruolo elettronico che in realtà è Advanced Dungeons and Dragons per Mattel Intellivision, appena lanciato negli USA (pubblicità neanche troppo velata). A un certo punto, il ragazzo scompare. Il padre teme che possa essere stato rapito, ma nessuno gli crede. Nel campus frequentato dal principe gli investigatori non riescono ad interagire con i suoi amici, nerdoni che capiscono solo il gergo di Maghi e Stregoni. Avranno indizi solo rivolgendosi al creatore del gioco, che "decodificherà" gli indizi per loro. Alla fine sarà Pam, l'amica di Ralph (una Connie Sellecca nel fiore degli anni della quale mi ero perdutamente innamorato) a capire dov'è Aha. Con l'aiuto di Ralph tutto finirà a tarallucci e vino come al solito.

    Questa puntata rappresenta uno sguardo originale sul fenomeno DnD dei primi anni '80, nel contesto di una serie assolutamente godibilissima e ben fatta nelle trame e nei dialoghi (avercene, oggi). All'epoca realizzai il link tra Maghi e Stregoni e ADnD compulsando avidamente un catalogo Mattel e riconoscendone lo screenshot. Poi vidi in una vetrina natalizia la console, e mi venne una scimmia che solo l'amore per il VIC e soprattutto il "niet" categorico dei genitori riuscirono ad uccidere.

    Oggi, da collezionista di retro-cose a 8 bit, posseggo sia la console che il gioco, e devo dire che è davvero ben fatto. Però non mi pento di aver seguito la strada dei "veri" computer: oltre ad un 80% di gioco, offrivano quel 20% di (tentativi di) programmazione che rappresentavano un vero valore aggiunto educativo.

    Infine - scusa la lungaggine - una considerazione rispetto alla pubblicità comparativa o quasi che hai segnalato. Ho anche un Atari VCS, e confermo quanto riportato: in qualche caso Atari vince per gameplay, ma in nessun gioco la grafica può sostenere il confronto con quella dell'Intellivision, davvero fantastica per l'epoca. Ovviamente, parliamo degli anni 1978-1984: poi splenderà anche da noi l'astro del Commodore 64 ;-)

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    1. Sì, in questo caso specifico sfondi una porta per il sottoscritto davvero spalancata. Ho fatto il percorso inverso, nel senso che io avevo l'Intellivision e, complice la massiccia campagna pubblicitaria dell'83, AD&D fu il prezioso regalo che ricevetti. Ricordo come se fosse oggi il giorno in cui vidi la puntata di Ralph Supermaxieroe di cui parli e ne rimasi profondamente colpito, capendo che esisteva qualcosa oltre ai videogiochi che aveva questa ambientazione.

      In quel momento fu soltanto un impressione, dato che il gioco cartaceo era conosciuto solo nei circoli "adulti" di wargamers e non era neppure stato tradotto in italiano. L'illuminazione per me avvenne qualche anno dopo, nel 1988, quando iniziarono a circolare in classe i Librogame della E.Elle e mi prestarono "Il castello di Quarras", che nell'ultima pagina presentava alcuni manuali, moduli e miniature by Editrice Giochi. Nell'estate del 1989 conobbi al mare gente che giocava a D&D e così imparai anche io, con il desiderio di diventare un Master.

      Dopo aver letto molto ho fatto il Master più o meno dal 1989 al 2006, solo con qualche pausa occasionale; è stata una delle attività più divertenti e appaganti della mia vita, che mi ha permesso di conoscere tante persone, amici con cui sono spesso ancora oggi in contatto. Anche io divago molto, certo.

      In ogni caso, non so se ti è noto, ma la vicenda narrata in Ralph Supermaxieroe ha come spunto un fatto vero, e cioè la "scomparsa" di James Dallas Egbert III, un ragazzo dell'Ohio la cui vicenda ebbe una vasta eco nelle cronache del tempo, persino in Italia. Ne venne tratto un libro di fiction, "Mazes and Monsters", che originò anche un film con un giovane Tom Hanks. William Dear, che si occupò delle indagini, scrisse anche lui un libro, dal titolo "The Dungeon Master". Possiedo entrambi questi libri e mi sarebbe sempre piaciuto scrivere un approfondimento a riguardo.

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    2. Davvero incredibile come a volte i ricordi più lontani e apparentemente insignificanti si incontrino (o incrocino), partendo da esperienze personali tanto diverse. Non credevo possibile che qualcun altro si ricordasse di quell'oscuro episodio di un telefilm tutto sommato minore, né tantomeno che avesse avuto esperienza del suo collegamento col mondo D&D reale o virtuale/elettronico. Io stesso, quando per breve tempo fui coinvolto da neofita in un'esperienza di role playing da tavolo AD&D nel 1989, mi ricordai di quell'episodio a suo modo inquietante, forse il più inquietante di una serie tutto sommato spensierata, e in qualche modo questo - insieme ad altri fattori più oscuri attinenti il nostro master che preferisco non riportare qui - determinò la mia fuoriuscita dal gruppo.

      Non sapevo della storia di James Dallas Egbert III, me la sono letta su wiki adesso. Probabilmente, l'avessi saputa allora non avrei neanche iniziato - anche se probabilmente con le tendenze autolesioniste di quel poveretto D&D c'entrava ben poco.

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  2. Bel post! Io ricordo che pubblicizzarono molto il calcio dell'Intellivision durante i mondiali 1982 e fu un successo!

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    1. Verissimo, fu proprio l'inizio della loro campagna pubblicitaria con lo slogan: "Intellivision ha una sola parola per chi ha già un altro videogioco... PECCATO!". Il video dello spot lo puoi trovare sempre nell'archivio di LudiVision, a questo link.

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