Editoriale (maggio 2020)


di Andrea Pachetti

A più di tre anni (!) di distanza dal precedente ecco un nuovo editoriale, giusto per riflettere su cosa è successo in quest'ultimo lasso di tempo e cosa accadrà nel futuro che ci aspetta. Non parlerò senz'altro di "quella cosa lì", cioè ciò che ha modificato le vite di buona parte dell'umanità negli ultimi mesi; mi limiterò piuttosto a descrivere le conseguenze che "quella cosa lì" ha apportato e apporterà alla struttura di Quattro Bit.

L'avevo forse già affermato in qualche commento, la mia idea iniziale era quella di lasciare tutto in stato "dormiente" fino a che la situazione non si fosse di nuovo normalizzata, attendendo per così dire tempi migliori. Era quello che mi suggeriva la coscienza, poiché penso che per molti versi sia controproducente parlare di cose molto leggere in un periodo di crisi e di necessaria serietà.

Nello stesso modo non potevo fare a meno di notare come, anche senza nessun aggiornamento da febbraio in poi, le visite quotidiane fossero comunque raddoppiate, andando a toccare anche articoli di molti anni prima. Vuol dire comunque che qualcuno trovava un attimo di rilassamento nel leggere di queste "vecchie cose" e mi dispiaceva non poter fornire niente di inedito.

Così, ho sfruttato le categorie più "leggere" di Quattro Bit, quelle che ancora mancavano nel sito in versione 2017: in questo modo ci sono stati diversi viaggi nel passato prossimo (14, per la precisione), che andavano da recuperi di vecchi giochi per Vic 20 e PET fino agli articoli dei giornali anni Ottanta, passando per i negozi d'informatica, le pubblicità d'epoca e i video vintage.

Data la mia solita fissazione per la trasparenza, dirò che questi sono gli articoli che hanno riscosso un particolare successo: il gioco per Vic 20 (596 visualizzazioni), il ricordo della Commodore/Harden (514) e le pubblicità comparative dell'Intellivision (417).

Se il passato dunque è molto chiaro, ovviamente le stesse considerazioni non valgono per il futuro, dominato dalle incognite. Se l'incertezza è il sentimento che dominerà le grandi attività umane, di certo tutto si ripercuoterà con le dovute proporzioni anche in una realtà piccola come questa.

Alcuni dei dubbi che avevo espresso nel vecchio editoriale sono rimasti, tra cui se sia il caso o meno attivare il supporto mediante Patreon, che potrebbe diventare importante in futuro per far sopravvivere questa attività: mi riferisco soprattutto alla ricerca e il reperimento delle fonti di studio (libri e riviste) che in diversi casi non sono affatto gratis, anzi. Chiunque abbia avuto a che fare coi testi accademici riguardanti i videogiochi sa a cosa mi riferisco.

Rispetto a quel periodo, posso dire che mi ha fatto molto piacere aver partecipato a Once upon a Sprite a Milano, lo scorso ottobre: la manifestazione ha generato molto interesse e mi auguro ci possano essere altre occasioni analoghe in futuro, quando la situazione si sarà più o meno normalizzata... Sempre ovviamente che gli organizzatori abbiano piacere a invitarmi di nuovo a parlare dei temi di cui mi occupo.

Visto che diverse persone in privato mi hanno chiesto se era andata in porto la pubblicazione dei testi cartacei di cui ho molto parlato in passato, mi dispiace informare che proprio a causa dell'attuale periodo di crisi, ciò che doveva essere concretizzato nel 2020 purtroppo non lo sarà e non ho proprio modo di dire a questo punto se sarà realizzabile in futuro. Non è certo questa la sede per descrivere e commentare l'attuale realtà dell'editoria italiana, ma chiunque credo possa comprendere e immaginare che non è possibile in questo momento credere in argomenti così di nicchia e scommettere su di essi.

Ringrazio anche chi mi ha parlato più volte dell'auto-pubblicazione, del crowdfunding e tanta altra belle cose di questo mondo moderno, realtà a cui io però non credo molto. Con questo non intendo dire che sia una via sbagliata, anzi, ci sono tanti bei testi che dimostrano il contrario; semplicemente non la trovo adatta a me, al mio modo d'essere e alle cose che scrivo.

Nutro sempre molte perplessità anche riguardo l'uso ragionevole dei social network, per poter veicolare contenuti come quelli che vengono proposti qui: penso che quel che resta del mio account facebook ormai abbia fatto bene o male il suo tempo, e mi chiedo se valga la pena continuare ancora laggiù, oppure rendere finalmente attivo l'account Twitter che avevo creato nel lontano 2014 (!).

Certo fa sorridere pormi questi dubbi in un mondo che segue i gameplay, i salottini e le dirette di Twitch, ma tant'è... Ovviamente se avete dei commenti da fare riguardo Twitter, Patreon, OUAS, la vita, l'universo e tutto quanto, lo spazio qua sotto è a vostra disposizione, anche in forma anonima per i timidi.

Il prossimo appuntamento importante su queste pagine sarà per festeggiare le 200.000 letture, con un articolo piuttosto "corposo" che andrà a risolvere un piccolo mistero, relativo a una rivista di videogiochi del primi anni Novanta.

Commenti

  1. In ordine sparso: effettivamente parlare di Facebook, Twitter o di blog fa già molto "antico". E lo dice uno che, se fosse per lui, userebbe solo l'email e in formato testo. Ma il mondo del "social network distancing" va a mille e anche roba come YouTube e altri contenitori puzzano già di vecchio. Fa molto strano ma è così, i tempi fagocitano tutte le abitudini anche quelle buone. Dedicarsi a Twitter? Roba per gente attaccata allo smartphone, richiede più "presenza" di altri social. E non mi pare che sia il tuo caso, ma lieto di sbagliarmi, in caso.

    OUAS è l'evento meglio fatto che abbia mai visto, per organizzazione, per spirito e per qualità degli speaker (non a caso...). Patreon è una roba che non ho ancora capito, ma non deve essere così complicato e forse può essere utile a 4bit e ad altre pubblicazioni.

    Sugli argomenti vita e universo preferisco astenermi. E' già stato detto tutto o quasi. Questo è il punto, sembra che nell'epoca in cui viviamo tutte le cose serie e interessanti siano una ripetizione, niente di nuovo sotto il sole. Quindi ci sono rimaste solo le sciocchezze da dire. E da quanto vedo in giro, le diciamo eccome!

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    1. Io confido nel fatto che parlare di "cose antiche" in modo antico rappresenti quantomeno un modo coerente di porsi, del resto gli argomenti di cui si parla da queste parti sono comunque "per anziani"... Quindi viva l'email e il plain-text, ci mancherebbe.

      Per quanto riguarda Twitter sono un profano, ma senz'altro ho l'impressione che richieda ancora più "presenza" di altri: per come la vedo, nella sua forma meno inutile e polemica, resta una specie di feed rss moderno con qualche opzione in più.

      Per il resto: viva OUAS, sempre.

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  2. Due centesimi anche da un lettore recente del blog, che ne apprezza la qualità delle forme e dei contenuti, ammirando competenza e capacità comunicativa del padrone di casa.

    Tralascio anch'io quella pallina con le spine che ci ha mandato tutti in paranoia dura negli ultimi mesi, limitandomi a rilevare come - dai primi segnali che si intravvedono - non tutto il male sia venuto per nuocere (pur con tutto il rispetto ecc. ecc.).

    Un risvolto non secondario è stato proprio la riscoperta di un tempo più lento in cui selezionare, leggere, rileggere, meditare, approfondire non solo i massimi sistemi, ma anche interessi e passioni sopite o coltivate troppo superficialmente. Quattro Bit forniva e fornisce materiale preziosissimo per lo specialista, lo storico, il sociologo, ma più modestamente anche all'ex ragazzo dei Settanta e Ottanta che oggi cerca di recuperare ricordi, atmosfere. Madeleine da inzuppare in tanti tè diversi, finché non si ritrova il gusto perduto, il ricordo di quel pomeriggio a casa di un catacugino collaterale con la console Pong, insomma ci siamo capiti, quella roba lì che c'entra con la vecchiaia e la nostalgia (canaglia).

    In questo senso, non definirei affatto più "leggere" le categorie toccate recentemente da Quattro Bit. Come ho avuto modo di scrivere nei commenti, mi hai dato la possibilità di recuperare bei ricordi, momenti in cui mi sentivo, come tanti allora, parte della storia dell'informatica, pur da semplice utente. Cose che oggi farebbero sorridere il gggiovane con l'aifon.

    Per questo mi dispiace leggere dell'incertezza in cui naviga il blog, diretto verso non si sa quali approdi. Sia come sia, se servirà garantisco fin d'ora un contributo alla causa: lavoro in un campo completamente diverso, ma so quanto costa accedere a fonti serie e/o introvabili online.

    Non avevo contezza di Once upon a Sprite: se in futuro ci sarai e gli umani potranno muoversi con maggiore libertà di una mucca da allevamento, verrò volentieri a curiosare. Allo stesso modo e con uguale curiosità, aspetto la pubblicazione dei testi cartacei, augurandomi che possa avvenire, nonostante lo stato già comatoso da anni dell'editoria nostrana e non solo. In fondo, guardando ai numeri, si capisce che un pubblico potenziale per questi temi c'è, eccome. Non so nulla del progetto editoriale, ma forse (se non è già stato fatto) sarebbe bello pensarlo in inglese, aumentando esponenzialmente la possibile platea.

    Infine, i social network: sarà che sono, come molti qui, un po' rétro, ma come te non ci credo molto. Spero solo che tu possa continuare, con qualsiasi mezzo, a condividere quello che sai e il pensiero che ne deriva. Se poi debba essere un tweet, una pagina faccialibro o altri mezzi dal codice miniato all'ologramma di Guerre Stellari, beh, io quella roba lì la leggerò comunque: hai trovato uno stalker.

    Intanto, grazie. Davvero.

    Ah, aspetto con anticipazione la soluzione al piccolo mistero sulla rivista di videogiochi anni Novanta. Anche se è roba un po' troppo recente :).

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    1. Diciamo che l'incertezza sta più che altro nell'essere umano che si occupa di questo sito piuttosto che del sito stesso: quest'ultimo al massimo si fermerà per un po', oppure andrà più lento rispetto all'ultimo periodo, niente di che. Sono preoccupato del fatto di non riuscire a concretizzare alcuni dei passi che sarebbero stati utili per far fare un "salto di qualità" a questi studi... Ma spero si risolva tutto rimandando a momenti migliori.

      La lentezza da sempre mi è propria, quindi il mio augurio è che le persone non riprendano immediatamente a correre in modo forsennato senza riflettere: non vorrei generalizzare, ma la questione dei social network andava proprio in questo senso, senza considerare il fatto che ormai da anni più o meno cannibalizzano qualunque discussione più approfondita che potrebbe invece svilupparsi sui siti o sui forum, ma va be'.

      Grazie dei complimenti: se tutti gli "stalker" fossero così, sarebbe davvero un mondo migliore. L'unica raccomandazione che faccio sempre ai lettori è, per quanto possibile, partecipare attivamente ai siti che seguono e parlane coi propri conoscenti, in modo che i "poveri gestori" non si sentano mai troppo soli.

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  3. Io sono uno di quelli che ha iniziato a seguire il sito durante questi mesi, perché avevo visto un link su un gruppo facebook di retrogaming (anche se non ricordo quale ormai, ne seguo parecchi).

    In questi tempi d'incertezze mi ha fatto piacere leggere di questi argomenti, mi ha fatto passare il troppo tempo libero che avevo a disposizione assieme a guardare vecchie serie tv e film.

    Ho letto che si parla di Patreon: non vedo perché non inserirlo nel sito, di certo qualcuno parteciperebbe. Si paga 2 euro per comprare un giornale al giorno di cui si legge si e no due-tre articoli, non vedo perché non spendere la stessa cifra per degli articoli di cui leggiamo tutto. Certi siti usano anche ko-fi per le microdonazioni e mi pare funzioni bene, mi sembra un alternativa valida.

    Gabriele

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    1. Ero a conoscenza del sito Ko-fi ma non ho mai approfondito molto: in effetti mi sembra un'alternativa ragionevole, dato che comunque si appoggia a Paypal, valuterò anche quello.

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