Bit bit, microprocessori (1980)

L'articolo qui presentato fa parte dell'Archivio Storico di Quattro Bit ed è tratto dalla rivista Radio Elettronica n. 7 (luglio 1980) pp. 69-71, fonte: Introni

[Qualche anno fa avevamo presentato un approfondimento su Bit-79, la prima fiera italiana dedicata al mondo dei personal computer. Passiamo adesso alla seconda edizione (8-11 maggio 1980) e a considerazioni sull'avvento dell'informatica personale come fenomeno di massa.]

Bit bit, microprocessori

Il meglio dei prodotti d'elettronica avanzata d'oltreoceano al Bit 80. Eccezionale miniaturizzazione dei sistemi, costi decisamente accessibili. Il calcolatore come nuovo semplice utensile.

di Gianluigi M. Castelli

Per avere una risposta chiara ed esauriente alle due domande: «Che cos'è un personal computer e a che serve», siamo andati a fare visita al Bit-80, seconda rassegna del personal and home computer e microprocessore, che si è tenuta dall'8 all'11 maggio presso lo United States International Marketing Center di via Gattamelata 5, in Milano. Abbiamo preso direttamente visione di tutta la produzione delle maggiori case americane del settore (più di 50) presenti sul mercato italiano. In questo campo, che si è enormemente sviluppato nell'ultimo periodo perché, utilizzando la più sofisticata tecnologia ha portato il calcolatore alla portata di tutti, era sicuramente la rassegna più completa.

Era un'ipotesi da fantascienza, solo pochi anni fa, che i calcolatori potessero diventare apparecchiature di grande diffusione. Basti pensare al fatto che i primi calcolatori commerciali (nei primi anni del decennio '60) erano macchine mastodontiche con costi di decine di milioni. Oggi, con la miniaturizzazione, un calcolatore commerciale occupa poco spazio al costo di un solo milione (il più piccolo personal computer del mondo è inglese e pesa 350 grammi).

In nessun altro settore produttivo si è verificato un salto, in un ventennio, della stessa portata, ed è l'evoluzione tecnologica che è stata determinante in questo sviluppo: la miniaturizzazione dei componenti elettronici, come dicevamo, estesa agli elementi caratteristici di un calcolatore, quali ad esempio, memoria ed unità centrale, ha permesso una riduzione del rapporto costo/prestazione.

Ora il computer non è più, come era ai primi anni sessanta, appannaggio e fiore all'occhiello alla sola portata delle grandi aziende, ma viene progettato e diffuso per la casa, per la scuola, per la piccola azienda e per lo studio professionale: in poche parole il calcolatore è progettato per chiunque ritenga che un calcolatore in mano (o in tasca) possa aiutarlo a risolvere i suoi problemi di lavoro.

Durante la suddetta mostra è stato organizzato un convegno con lo scopo di illustrare, alla sempre più alta fascia di possibili utenti, l'impiego del personal computer, indispensabile in una vastissima gamma di operazioni. In altre parole, il convegno ha mostrato come, se il calcolatore non "pensa" per noi, ricorda per noi o può far di conto, è dunque una estensione della nostra attività mentale, come un martello o un'automobile è l'estensione della nostra attività muscolare. Esso può venire "programmato" per questa o quella attività specifica. Queste caratteristiche, proprie del calcolatore, sono valide anche per i personal computer.

Terminali a cassette con microprocessori MFE distribuite in Italia dalla Contradata

La genesi dei personal computer è recente e questo settore è alla ricerca di una propria autonoma collocazione nel dinamico mondo dell'informatica.

Con l'etichetta di personal computer vengono oggi indicati prodotti molto diversi sul piano tecnologico e su quello del prezzo. Essi vengono distinti in quattro categorie fondamentali: piccoli sistemi gestionali, hobby and home computer, piccoli calcolatori scientifici, piccoli sistemi orientati all'istruzione. Si tratta di una distinzione più formale che sostanziale, in quanto lo stesso prodotto, con software diverso, può per esempio appartenere ad una delle ultime due categorie elencate. I più venduti risultano essere (sono dati a metà '79) gli hobby and home computer (circa 70 mila unità), seguiti dagli elaboratori professionali (circa sessantamila), dai piccoli calcolatori scientifici (circa trentamila) e da quelli orientati all'education (circa quindicimila).

Stime di fonti diverse concordano nel ritenere che il parco mondiale sia cresciuto di circa il trenta per cento in numero di installazioni. Il primo elemento da annotare è dunque il maggior numero di prodotti destinati all'utenza personale: sono comparsi sul mercato italiano (lo abbiamo visto nella rassegna) marchi già affermati in altri paesi (un esempio su tutti è l'Apple); nomi prestigiosi (quali SGS-ATES, Siemens, Texas Instruments, Hewlett-Packard) sono scesi in un campo che fino ad ora aveva visto assenti i grandi nomi dell'elettronica mondiale. Da parte di marchi già noti sono stati presentati prodotti estremamente sofisticati. A prima vista, la rassegna dava l'impressione che il maggior numero di prodotti contribuisse ad aumentare l'incertezza della scelta. Ma, a ben guardare, il contrario risultava immediatamente evidente: i differenti prodotti che venivano presentati sul mercato italiano rispondevano a differenti esigenze di utilizzo.

La differenziazione più marcata è da segnalare nel campo di prodotti destinati all'utenza professionale-personale, tanto che si può cominciare a parlare di "seconda generazione". A differenza dei sistemi della prima generazione, la cui validità era e rimane circoscritta al campo delle applicazioni hobbistiche piuttosto che a quello delle applicazioni professionali, i nuovi sistemi sono caratterizzati da un "vestito" che pone in risalto il salto di qualità dei prodotti e la tendenza dei costruttori a muoversi verso quell'area che è più sensibile all'elaborazione elettronica.

Vi è insomma un maggior numero di prodotti sofisticati, la presenza ormai costante di memorie di massa quali mini-floppy o floppy-disk.

Double side floppy di grande affidabilità. Il calcolatore oggi è veramente alla portata di tutti

A proposito della politica commerciale degli operatori intervenuti in questo settore, bisogna osservare che, inizialmente, si sono viste iniziative improntate ad un approccio troppo riduttivo per poter credere che su queste basi potesse svilupparsi da zero l'elaborazione personale. La presenza trainante, sul mercato italiano, di aziende che hanno operato notevoli investimenti in questo settore, da una parte adegua il mercato italiano alla realtà merceologica creatasi nel frattempo (soprattutto oltreoceano), dall'altra è elemento che contribuisce a dare maggiore credibilità e penetrazione alle applicazioni del computer nell'area personale-professionale.

Per tornare alla rassegna che si è tenuta allo United States International Marketing Center di via Gattamelata, ci limitiamo a segnalare, proprio perché i microprocessori sono l'aspetto più importante dei sistemi personal-computer, i tre microprocessori che, nel ventaglio dei dispositivi disponibili, appaiono i favoriti nella scelta dei costruttori dei piccoli sistemi di elaborazione. Si tratta di tre microprocessori da 8 bits: l'8080 della Intel, lo Z80 della Zilog e il 6502 della Mos Technology. L'8080 è stato il microprocessore largamente usato nella fase di decollo dell'industria, funzione successivamente presa dello Z80 in considerazione della sua maggior potenza. Un altro dispositivo chiave si è rivelato il 6502 oggi impiegato come cuore di personal-computer quali Commodore Business Machines e Apple.

Commenti

  1. Articolo molto interessante, che fotografa la situazione all'immediata vigilia del boom di micro e personal computer (soprattutto inizialmente dei primi). E' bello vedere ai blocchi di partenza i tre processori che stavano per fare la storia: con Zilog Z80 e MOS 6502 al cuore delle opposte tifoserie fin verso la seconda metà degli '80 - almeno da noi in Italia - e Intel che pian piano diventerà il motore della rivoluzione IBM e compatibili, destinata a far sparire i "non omologati" e la distinzione fra computer hobbistici e personal.

    Prezzi ancora alti destinati a precipitare, pochi pezzi venduti, tanto entusiasmo ed infinite possibilità di mercato: stava per partire il decennio magico :).

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    1. Sì, hai ragione, questo articolo sembra proprio raccontare tanti temi che caratterizzeranno la "storia" informatica dell'Italia anni Ottanta.

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