Sinclair in maglia rosa (1984)

L'articolo qui presentato fa parte dell'Archivio Storico di Quattro Bit ed è tratto dalla rivista Sperimentare n. 7-8 (luglio-agosto 1984) pp. 45-50, fonte: Introni

[A partire dal 1983, in Italia le due aziende che si contesero il primato dell'home computer più venduto furono la Commodore con il suo C64 e la GBC, che importava invece il Sinclair Spectrum. Entrambe queste realtà cercarono sempre nuovi spunti per far conoscere alla massa del pubblico i propri prodotti di punta: uno dei più noti, per quanto riguarda Sinclair, fu la partecipazione attiva al Giro d'Italia dello Spectrum, usato come hardware ufficiale per le grafiche RAI. Questo articolo su Sperimentare ripercorre efficacemente tale avventura: prescindendo da alcune ovvie iperboli pubblicitarie (ricordiamo che la rivista in questione apparteneva al gruppo JCE, di proprietà Castelfranchi, patron della GBC), rimane un'interessante spaccato storico del 1984 informatico. Segnaliamo anche, per completezza storica, che la GBC ebbe una sua squadra di ciclismo professionistica, attiva tra gli anni Sessanta e i Settanta.]

Sinclair in maglia rosa

Quest'anno il 67° Giro d'Italia ha registrato una nuova presenza: parliamo dello ZX Spectrum che ha commentato per la RAI le fasi salienti della competizione accompagnando il giro dalla prima tappa all'ultima.

di Sergio Chiesa

È proprio il caso di dire che chi non vede non può capire!

Chi come me, al seguito della carovana del Giro d'Italia non era mai stato, non può capirne il fascino, i disagi, i problemi, gli episodi divertenti che in questo grande "Barnum" viaggiante possono capitare.

Che cos'è il Giro d'Italia è presto detto: una corsa ciclistica a tappe che viene organizzata dalla Gazzetta dello Sport con il patrocinio dei Comitati di Tappa costituiti nei comuni dove passa o arriva il Giro che si occupano dell'organizzazione.

Per meglio spiegare che cos'è l'organizzazione del Giro d'Italia basta pensare ai 110 automezzi che la RAI ha predisposto per seguire il giro. Per 179 corridori iscritti regolarmente alla partenza, sono circa un migliaio le persone che seguono l'intero percorso in carovana.

Una fila interminabile di automezzi, camion, moto, elicotteri che ogni giorno, per 25 giorni, si sposta da una città all'altra della nostra penisola.

Quello che è singolare e ha colpito un profano come io sono è che le strutture, i ponteggi, le transenne poste a recinzione sia dei luoghi di ritrovo che in corrispondenza degli arrivi sono sistemate e tolte in brevissimo tempo.

Un'ora dopo l'arrivo dei corridori si stenta a pensare che in quel luogo era sistemato il traguardo con migliaia di persone festanti.

Quello che affascina sono i colori, il continuo movimento di tutta questa grande ruota interamente pubblicizzata che perfettamente lubrificata si muove ininterrottamente.

Ma entro nel vivo della esperienza che abbiamo fatto seguendo la corsa per fornire alla RAI i dati statistici elaborati dal Sinclair Spectrum.

Come in tutte le esperienze, all'inizio, esiste una certa diffidenza, un certo timore, una certa paura di non sapere esattamente come comportarsi, quando agire. La nostra squadra formata da Alessandro Barattini e Sergio Razzani programmatori, Beppe Castelnuovo e Goliardo Butti operatori, da Marzio Gazzetta statistico della Federazione Ciclistica Italiana e dal sottoscritto in veste di coordinatore non ha avuto molti problemi.

Sin dall'inizio la preparazione dei tecnici e l'affidabilità dello Spectrum hanno risolto quei piccoli inconvenienti che si sono presentati e che non erano stati previsti.

Noi tutti, eravamo ben consci di dover dare il massimo, dimostrare che il nostro Spectrum, piccolo di dimensioni ma grande nelle prestazioni era il migliore e che era talmente efficace che poteva reggere il passo di un'organizzazione professionale qual è quella della RAI.

Il nostro Spectrum ha retto la sfida tanto che, anche i tecnici della RAI e il bravo e simpatico regista Giancarlo Tomassetti, alla fine si sono congratulati con tutta la squadra.

Il compito dello Spectrum era quello di fornire schede statistiche sui corridori, sulle loro partecipazioni, vittorie e così via; schede individuali con i dati anagrafici sportivi dei singoli atleti e infine il programma della tappa seguente animato dai disegni che il bravo Giancarlo Butti ha programmato, a tempo di record poco prima della partenza.

La cosa più difficile era quella di prevedere anzitempo gli avvenimenti in modo da essere pronti nel fornire dati e notizie al regista durante la trasmissione. Il ciclismo è imprevedibile: una situazione che sembra consolidata improvvisamente cambia, il gruppo che sembrava tranquillo improvvisamente si anima per l'iniziativa di un atleta e bisognava estrarre la scheda del corridore, aggiornarla e proporla al regista per la messa in onda.

Tutto ciò nel brevissimo spazio di circa un minuto poiché il primo piano o l'inquadratura giusta non si ripresentava due volte.

Seguire il Giro d'Italia non è cosa semplice. Se all'inizio sembra tutto semplice e si è armati di entusiasmo, di voglia di vedere cose nuove, col passare dei giorni subentra la stanchezza di cambiare ogni giorno albergo, la difficoltà di nutrirsi, dei chilometri percorsi che si sommano e così via.

Di episodi curiosi però ne possono capitare, per esempio quello che mi è capitato a Chieti dove, recandomi al ritrovo di partenza ho sbagliato strada e sono rimasto imbottigliato nel traffico bloccato dalla corsa.

Per arrivare in tempo nell'area riservata ai corridori distante alcuni chilometri da dove mi trovavo ho dovuto fare l'autostop. Mi ha raccolto una macchina del seguito, una cosiddetta "ammiraglia", l'auto del direttore sportivo della Gis Gelati-Tuc Lu: la squadra di Francesco Moser.

Manco a dirlo su quell'auto c'era proprio lui, il primatista dell'ora Francesco Moser, che si stava recando a firmare il foglio di partenza.

Moser si è interessato ai computers e mentre parlava con me, seduto sul sedile anteriore, di tanto in tanto con gesto quasi benedicente salutava la folla che lo riconosceva e lo acclamava. Passare fra due ali di folla che acclamano una persona vicina mi ha fatto sentire per un momento importante!

Passare dal freddo del Block Haus al caldo di Foggia, dal tepore della Liguria al gelo delle Dolomiti non è stato piacevole; lo Spectrum però si è sempre comportato a meraviglia, quasi fosse uno strumento musicale nelle mani dei programmatori che ne hanno estratto le note più alte. Una conferma ulteriore, se mai occorresse, delle infinite possibilità d'impiego del Sinclair modello Spectrum.

Spectrum a tutto gas

di Giancarlo Butti

Quest'anno il Giro si presenta con una formula nuova: molte immagini spettacolari riprese da elicotteri, colori, vedute dei paesaggi, che si intervallano alle riprese dei ciclisti, miscelate da un abile regia che si avvale degli strumenti tecnici più recenti, anche se limitati, considerando che le riprese sono effettuate da una regia mobile, montata in pochi metri quadrati del furgone della RAI.

E poi c'è lui, il computer, in varie forme e apparizioni, dalla sigla del Giro, con una strada che scorre, come in molti videogames di corse automobilistiche, alla determinazione dei tempi in arrivo e alle classifiche.

E poi ancora, ed è questo che a noi interessa maggiormente c'è lui, lo Spectrum, l'indiscusso leader nel campo dei micro, questa macchina che si tiene in una mano, che si può portare ovunque, che può stare ovunque, anche sul banco di una regia mobile (ce ne sono montati addirittura due, completi di Interface 1 e microdrives), senza creare problemi.

Lo Spectrum al Giro fa di tutto: fornisce i nomi dei partecipanti, dei ritirati, dà le informazioni statistiche riguardanti ad esempio i vincitori delle ultime edizioni del giro, e mostra con la sua grafica a colori la "Tappa di domani".

Proprio nella Tappa di domani sono evidenziate nel migliore dei modi le caratteristiche dello Spectrum. Lo Spectrum visualizza in sequenza: una planimetria e altimetria della Tappa, con indicati i G.P.M., una serie di dati relativi alla tappa, quali le volte che la città sede della tappa ha ospitato il giro, l'ora e il luogo di ritrovo e partenza della tappa, dati sui G.P.M., quali altezza, distanza dall'arrivo e dalla partenza, pendenza della salita, ed altri.

Un lavoro non indifferente di ricerca storica riguardante il Giro, e un non meno imponente lavoro di programmazione e realizzazione grafica, ottenuta quest'ultima con l'ausilio della tavoletta grafica.

Tutti i programmi sono registrati su micronastro, ed è impressionante notare come tutti questi dati, registrati in duplice copia stiano in una mano.

Lo Spectrum è stato interfacciato con il banco di regia, e sui monitor della RAI, si sono visti i reali colori dello Spectrum, che forse noi, comuni mortali, mai riusciremo a vedere sui nostri TV color domestici.

Questa possibilità ha permesso anche di manipolare le immagini dello Spectrum, realizzando delle scritte ad intarsio, quelle cioè che si sovrappongono all'immagine principale, senza però nasconderle.

Con questa tecnica vengono mostrate le schede dei ciclisti, o la composizione delle varie squadre, con delle scritte che appaiono bianche sul televisore.

Si stenta un po' a riconoscere in queste scritte i caratteri dello Spectrum e, a dire il vero, questa eliminazione del colore, necessaria per non dovere togliere dal video l'immagine della corsa, sminuisce un po' la grafica dello Spectrum, che ha comunque modo di rifarsi con le immagini della "Tappa di domani".

Tutti i dati utilizzati sono stati forniti dalla Federazione Ciclistica Italiana, ed in particolare dal sig. Marzio Gazzetta che ha collaborato fin dall'inizio con me per la realizzazione di questi programmi.



Software in volata

di Sergio Chiesa

I programmi trasmessi ogni giorno, durante l'intero corso della manifestazione, sono il frutto di un efficace lavoro di équipe, coordinato da Giancarlo Butti che è un esperto Sinclairista.

La scelta dei programmi, ovvero quali programmi realizzare venne determinata in una riunione fra giornalisti della Federazione e un tecnico dei computer.

I programmi sono nati a poco a poco, da continui confronti, cercando da un lato di stabilire le esigenze del pubblico, e dall'altro la possibilità della macchina che si aveva a disposizione, in relazione al particolare tipo di problema che si doveva risolvere.

Una trasmissione televisiva in diretta non è certo una cosa semplice a realizzarsi; si devono considerare ad esempio i tempi di ricerca dei dati, i tempi di caricamento e via dicendo.

I programmi che ne sono usciti sono estremamente semplici, e per questo funzionali. Per quanto riguarda la "Tappa di domani", quel programma che elencava cioè giorno per giorno le caratteristiche della tappa successiva, si è ricorso ad una routine di richiamo di immagini video, precedentemente memorizzate, per quel che riguarda le parti grafiche, mentre si è ricorsi a routine di stampa normali per la visualizzazione delle informazioni.

Le immagini sono state realizzate con l'ausilio della GRAFPAD.

Il programma che contiene l'elenco dei partecipanti dispone di una routine per l'ordinamento degli stessi per squadra e per numero. Il programma consente anche di selezionare i ritirati, e visualizzarli con un'altra immagine.

Alcuni di questi programmi, realizzati inizialmente a colori, hanno dovuto subire delle modifiche ed essere trasformati in bianco e nero, per potere essere trasmessi sotto forma di intarsi.

Altri programmi, riguardanti la visualizzazione di dati statistici e informazioni varie, sono stati realizzati secondo le esigenze che maturavano durante l'evoluzione del giro stesso.


Commenti

  1. Grazie davvero anche per questo bellissimo contributo, che mi ha fatto tornare con tanta nostalgia ai miei 14 anni. La lenta penetrazione dell'informatica nella società italiana avvenne anche grazie a questi impieghi pionieristici dei piccoli computer a 8 bit; probabilmente a discapito di macchine più avanzate e professionali, che all'epoca esistevano già e avrebbero permesso ben altre performance grafiche.

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    1. Vero, c'erano già senz'altro macchine più avanzate in quel periodo: è probabile che fu proprio la "portabilità" del piccolo Sinclair, come scritto nell'articolo, a renderlo appetibile alla Rai a scapito di hardware più professionale ma anche più ingombrante.

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  2. In famiglia seguivamo sempre il Giro D'Italia in quegli anni ma non ricordavo proprio questa cosa dello Spectrum, grazie per aver messo questo articolo. Ma è stato usato solo nel 1984 o anche dopo? Un saluto! Gabriele.

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    1. La GBC continuò a collaborare anche per gli anni immediatamente successivi, con un passaggio dell'hardware dallo Spectrum al più "performante" QL.

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