"Videogiocare in casa col computer" (Stampa Sera, 17 agosto 1982)

di Andrea Pachetti

Di recente, è stata finalmente pubblicata su Youtube la versione completa del primissimo spot dell'Intellivision in Italia, andato in onda durante i mondiali di calcio del 1982. In questa pubblicità, tra le altre cose, è possibile notare come la console della Mattel fosse in offerta speciale fino alla fine di agosto, con uno sconto di 50.000 lire che rendeva temporaneamente il suo prezzo più economico di quello del concorrente e rivale Atari VCS.

Oltre a voler mostrare questo video ai lettori di Quattro Bit, ho pensato fosse utile presentare anche quello che forse è il primo commento scritto sull'arrivo dell'Intellivision, dato che precede anche la recensione approfondita offerta dal mensile Video Magazine nel settembre dell'82. Intellivision che, lo ricordiamo, ebbe un notevole successo nel nostro Paese appunto anche grazie a una campagna pubblicitaria particolarmente aggressiva, con tanto di "comparazione indiretta", che non fu molto gradita (per usare un eufemismo) dalla Melchioni.

A parte qualche imprecisione (evidenziata nella trascrizione), l'articolo presenta un'interessante prospettiva storica, col passaggio in pochi anni dalle prime console di tipo "Pong" alla moderna tecnologia che il 1982 poteva offrire: in particolare, è particolarmente apprezzabile e rappresentativo del sentire del tempo il continuo accenno al realismo, per cui i giocatori di calcio per esempio muovevano "gambe e braccia" e non erano più relegati al ruolo di puntini che si spostano sullo schermo.

Nello stesso modo il giornalista evidenzia il salto tecnologico dalle console coi giochi fissi alle possibilità pressoché infinite offerte dalle cartucce intercambiabili; vengono anche già citati gli usi educativi dell'Intellivision, mediante le cartucce Word e Math Fun, così come il cosiddetto Keyboard Component che poi non venne mai commercializzato in Italia, e che anche negli Stati Uniti ebbe una diffusione molto limitata, dato che ne furono prodotti in tutto solo 4.000 esemplari.

Particolarmente profetica la parte finale, in cui Benedetti già ipotizza un futuro "sistema integrato" informatico in cui possono convivere computer, giochi, audio e video.

Videogiocare in casa col computer

C'era una volta il tennis...

Era la preistoria dei giochi televisivi. Un quadratino al posto della palla, due striscette per i giocatori e un "bip" ogni volta che uno dei due toccava la "pallina". Il tutto, tristemente, in bianco e nero. Il calcio era tale e quale, con in più due "buchi" a imitare le porte e qualche giocatore in soprannumero, a complicare le cose.

Adesso i videogiochi sono fantasmagorie di colori, incredibili effetti di suono, realismo assoluto d'immagini e di movimenti. Sono passati anni luce (sic!), il computer la fa da padrone, i "sistemi" sono sempre più perfezionati.

La Atari, giapponese (sic!), che era stata all'avanguardia qualche anno fa ha visto la sua supremazia incrinata e poi travolta dalla statunitense "Intellivision", filiazione della Mattel Inc. Colosso del giocattolo mondiale, "mamma" della onnipresente Barbie, la Mattel ha lanciato la sua linea di videogiochi un anno fa e ha fatto piazza pulita della concorrenza.

Negli Stati Uniti, dove è permesso la "pubblicità di confronto", vietatissima in Italia, la campagna di lancio si è svolta a colpi di slogan micidiali, con pagine intere spese dalla "Intellivision" per paragonare i suoi giochi a quelli Atari e dimostrarne la superiorità. E, oggi, "Intellivision" è certamente il numero uno, almeno in fatto di realismo di soggetti, varietà di modelli, possibilità di espansione dei sistemi.

Ma, al di là delle supremazie di questa o di quella casa, che cosa sono e come funzionano i videogiochi?

Alla base di tutti i sistemi, più o meno evoluti, c'è un computer. Una volta esso era abbastanza limitato nelle sue possibilità e, soprattutto, aveva i programmi incorporati: la singola "consolle" di comando aveva a disposizione quattro, sei giochi e niente più. Per aggiungerne altri si doveva comprare una nuova consolle, diversa.

Oggi, invece, la consolle "è" il computer, con una versatilità di calcolo assai ampia, mentre i programmi sono disponibili separatamente, in "cassette" intercambiabili ognuna delle quali porta uno o più giochi. È sufficiente inserire nella consolle la cassetta giusta e si ha a disposizione il gioco preferito. Quando si è stanchi di quello si cambia la cassetta e se ne mette un'altra.

Il computer legge il programma prefissato e prepara il "terreno di gioco" sullo schermo della tv (che nel frattempo è diventato a colori) con abbondanza di particolari realistici al massimo. Così il campo di calcio è tridimensionale, i giocatori muovono gambe e braccia, la palla è una palla, rotonda e rimbalzante. Fa addirittura l'ombra. Di estremo realismo anche i campi da rugby e da baseball specie quest'ultimo, con il lanciatore in secondo piano e il battitore in primo, che colpisce, abbandona la mazza e corre via.

L'assoluta libertà di movimenti concessa all'utente è il segreto principale dei nuovi videogiochi. Il carro armato della "guerra dei carri" esce dalla sua trincea, manovra in ogni direzione, spara anche a mitraglia, annienta l'avversario o ne è annientato con contorno di rumori ed esplosioni varie. Le corse in auto prevedono sorpassi, tagli di curve, soste ai box, insomma, tutto quello che effettivamente si verifica in una corsa vera.

Il tempo di reazione della macchina è praticamente zero, ad ogni comando la risposta è immediata. I programmi inseriti nelle cassette abbracciano tutti i settori possibili, dallo sport, alla fantasia, alla scuola.

Già, anche alla scuola. Esistono, infatti, programmi didattici sia per la matematica (e questo non stupisce, trattandosi di computer) sia per le lingue. Altri ne saranno preparati in futuro. Intanto, nei modelli più evoluti, la stessa consolle che serve per giocare, inserita in una tastiera simile a quella delle macchine per scrivere, si trasforma in un vero e proprio terminale, con possibilità di interfacciamento con sistemi di computer esterni, tipo banche di dati e simili.

Insomma, il futuro passare attraverso i videogiochi per arrivare al computer casalingo. Un futuro che vede calcolatore, video, sistemi audio e telecamere sempre più strettamente connessi fino a diventare un "sistema integrato" per il tempo libero casalingo, per il lavoro, per lo studio. C'era una volta il tennis... ne ha fatta di strada.

Mauro Benedetti

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