Henry's House (English Software, 1984)

di Andrea Pachetti

Titolo Completo: Henry's House
Software House: English Software
Anno di Pubblicazione: 1984
Genere: Platform

Non so se sia una tendenza generale o meno, ma la mia "carriera" di videogiocatore nelle sue prime fasi è piena di piccole cose: i giochi originali erano difficili da trovare, graal esposti in vitree vetrine come irraggiungibili trofei da scegliere quasi per caso, solo in occasioni speciali.

I veri benefattori erano altri in quei tempi, come un negozio di fotografia in via M. che offriva agli occasionali avventori, accanto alle produzioni pseudo-originali marcate Wizardsoft, delle poco allettanti compilation numerate progressivamente, simili alle Hit-Parade musicali che si vendevano ai mercatini coi successi del momento: le loro copertine erano amatoriali, realizzate in modo volutamente approssimativo a stampa MPS serie 800.

Così, immerso nell'ascolto di Nik Kershaw e Mike Oldfield su un antidiluviano mangianastri, entrai in possesso di una raccolta di quattro giochi tra i quali dominava il clone di Space Invaders detto Avenger, di Commodore/Hal, che caricava correttamente in media una volta su trenta; avevo elaborato una serie di complicati riti propiziatori per favorire il caricamento, tra cui picchiettare ripetutamente con le dita lo sportello d'apertura del datassette e premere il tasto C= a intervalli regolari.

Nessun rito era necessario invece per caricare il lato B, il cui inizio offriva quello che per me è sempre rimasto il "gioco del bambino" e che per l'ignoto assemblatore delle raccolte era chiamato invece "henrys huose", classico eRore di stUmpa che ricordo ancora con un certo affetto.

È strano pensare che il pixelloso e colorato protagonista munito di cappellino possa riferirsi in qualche modo all'avatar digitale del neonato principino Henry di Gran Bretagna: probabilmente ne fu stupito anche il programmatore Chris Murray[1], quando si trovò a dover modificare il titolo e la grafica del suo "Home Sweet Home" per meglio accordarsi con la nascita del nuovo erede in un inedito e furbo tie-in. Per un curioso caso del destino, il "trattamento" italiano realizzato dalla Pubblirome riportò echi dell'originale con un "casa dolce casa" che rese una piratesca giustizia postuma al prodotto di Murray.

Queste modifiche furono richieste con insistenza dalla più inglese delle software house inglesi, la English Software, che immaginava chissà quali meravigliosi incassi approfittando del lieto evento, al punto da spingersi a donare intere postazioni Commodore alla casa reale pur di far provare il meraviglioso gioco. Non si sa se Carlo e Diana si siano mai effettivamente impegnati nel superamento dell'ostico ottavo livello, quello che è certo che io fui conquistato da questo gioco in modo totale, ammaliato di meraviglia.

Nei nuovi livelli infarciti di corone, quadri reali ed echi medievali, Henry's House parte come un platform standard a schermo fisso, il cui scopo sembra essere soltanto il recupero di un certo numero di oggetti per passare alla stanza successiva. La visione inedita parte dalla grafica, in cui tutto appare insolitamente grande e deformato, tipico dell'immaginazione che solo i bambini riescono a sublimare, in cui le deformità si mischiano sempre con lo stupore e la sorpresa che riescono a generare ogni sorta di mostruosità o meraviglia.

Alla ricerca di una chiave che appare sempre nel luogo più inaccessibile ci si lascia cullare da una serie di deliziosi effetti sonori dinamici, tra cui il salto modulato con l'altezza del piccolo Henry, capace di suggerire inedite armonie musicali; il salto in questo modo riesce a divenire epico quasi quanto quello di Mario (anzi, Jumpman) nel meraviglioso coin-op (clone) Crazy Kong.

La tensione della sequenza delle otto stanze da affrontare è interrotta da un intermezzo in cui il ribaldo principino sgambetta lateralmente da una porta all'altra scrutato da uno scudo maligno. Tale successione offre metodi di gioco mai scontati, con uno scopo primario sempre definito e costante, ma  che muta continuamente nei modi e nel dinamismo degli scenari: uno spazzolino da muovere, un lavandino da svuotare, un pappagallo da liberare sono alcune delle mille microsfide che vengono continuamente proposte.

I livelli non possono essere descritti efficacemente in modo razionale, per cui è utile piuttosto affidarsi ad un singolo flusso di coscienza Joyc(e)vocatore...

(ingresso) grandi piedoni scarponi in movimento calpestamento sincrono ricordano Monty Python faccine sorridenti in rotazione costante su abnorme corona sovrastante (bagno) conquistare tappo per svuotamento ciclopico lavandino gocce assassine cadenti poi denti spazzolati più efficacemente di Jawbreaker da possente spazzol(ino)one (cucina) volano uova ben cotte in mixer forza di cento braccia per preparare dolci succulenti e gradire un po' di the ahimé bollente sulla testa aprendo lattine con l'apposito strumento (soggiorno) saliscendi sul camino ascolto alla tivù l'autore del gioco Murray annunciare notizie fondamentali ritmico cucù sulla tivù poi liberato (stanza dei giochi) sparsi in alto e basso nuovi e vecchi giochi da provare e rompere teddy bear semovente come areoplano in cui saltare paracadute cliccoso per andar giù lento e discreto come un timidissimo jack-in-a-box (camera da letto) scala da costruire pezzo per pezzo a fatica attenzione alla paperotta sprint evitando rumorose salterine borse dell'acqua (sala da pranzo) mostri-cuochi troppo abili incessantamente agitano posate per l'uccisione su pollo arrosto semovente (cantina) toni cupi tenebrosi immersi in teschi corvi pericolosi crocifissi salvatori fantasma sbeffeggiante malato d'iperlingua.

Credo che la casa sia il luogo più affascinante per il genere umano perché più degli altri ne rivela l'immagine interiore, incarnando le angosce, le gioie e i ricordi di una vita intera. La casa di Henry è ricca di sfide e segreti inquietanti: una volta entrati, sarà difficile riuscire a uscirne.

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[1] Cfr. il commento a Henry's House su Lemon64: "I was 16 when I wrote this one (now you can work out how much of an old fart I am). I still have the source code in my loft. The game was originally going to be called Home Sweet Home (hence the graphic) but the publisher was trying to cash in on Prince Harry who was recently born. I ported it to the Atari 8-bit a few years later for Mastertronic and it plays a lot better.".

Commenti

  1. Bellissimo, forse quasi più bello oggi, con il silenzio della casa rotto da effetti sonori familiari eppure inquietanti. Davvero la metafora giocabile di un bambino che esplora casa (vedo mia figlia di un anno che gattona in giro in cerca di pericoli guidata dai suoni.
    Publirome. Quanto vorrei qualcuno che ne ricostruisse la storia, che rintracciasse i cracker italiani eccetera. Game2000 n. 1 e 2 hanno cambiato la mia vita per sempre.

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    1. Henry's House è uno dei giochi che preferisco in assoluto, quindi non posso che essere d'accordo sul commento. Devo aggiungere che, contrariamente a ciò che pensa Chris Murray, ritengo ancora oggi l'originale per C=64 più giocabile e piacevole della successiva versione per Atari 800.

      Non credo sia possibile ricostruire completamente la storia della Pubblirome per due motivi: 1) Si parla di software illegale, quindi chiunque è assai poco disponibile a parlarne, sebbene siano questioni lontane nel tempo 2) Trattandosi di questo, ritengo la questione assai poco interessante dal punto di vista storico e creativo, senz'altro molto meno di quanto possono dire gli autori originali.

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  2. Gran bel gioco. È un piacere anche solo guardarlo

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    1. Assolutamente d'accordo. Per me rimane una gioia per le orecchie oltre che per gli occhi, dato che possiede degli effetti sonori davvero originali.

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  3. Era un'avventura,esplorare,capire,riprovare... Era davvero coinvolgente,specialmente dopo che per mesi e mesi avevi giocato al clone di pong su odyssey 2100 :)
    rigiocato da poco,trovato ancora un capolavoro assoluto.
    dissento sul valore storico della "storia" appunto della publirome,perchè in un modo fortemente profondo,è stata "compagna" di tantissimi bambini che ora ricordano a memoria i titoli dei giochi,il loro corrispettivo originale e alcuni anche la numerazione con cui iniziava un gioco piuttosto che un altro. Se non è pop cultura questa :D :D

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    1. Grazie del commento, Massimo. Sono ovviamente d'accordo sul giudizio relativo al gioco; permettimi invece bonariamente di "dissentire sul dissenso" e specificare meglio alcuni concetti.

      Se si vuole fare un discorso di tipo storico bisogna necessariamente riferirsi a chi il gioco l'ha creato e prodotto: certamente la Pubblirome (e società simili) hanno avuto un loro ruolo nelle abitudini dei videogiocatori italiani durante tutto il corso degli anni Ottanta, ma il giudizio su di esse (almeno in questa sede) sarà sempre per il sottoscritto negativo al 100%, senza alcuna concessione alla "nostalgia".

      Da una parte esse hanno danneggiato il lavoro dei programmatori onesti (come appunto Chris Murray), che magari avrebbero gradito ricevere del denaro per ogni copia del loro gioco distribuita e giocata nel nostro paese, dall'altra hanno ritardato e ostacolato con la loro concorrenza sleale l'ingresso sul nostro mercato di attività legali relative all'importazione dei videogiochi, come Lago e Mastertronic/Leader.

      Non sono del tutto certo che anche oggi nel 2014 tutti gli ex-giocatori sappiano che "Casa dolce casa" era in realtà "Henry's House" modificato abusivamente, dato che gran parte delle persone che arrivano a questa recensione cercano il primo termine e non il secondo.

      Un saluto.

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