"Radiotext", software italiano via radio

di Andrea Pachetti

Fonte: Sinclub (JCE)

Questo è il primo articolo di una nuova (e spero lunga) serie, nella quale andrò ad analizzare un tema della storia dei videogiochi e dell'informatica personale: di volta in volta l'argomento potrà essere una singola software house, un certo autore, un particolare genere di giochi, oppure qualunque altro spunto ritengo possa essere interessante per dare uno sguardo finalmente approfondito all'idea che questo blog ha cercato di sviluppare (in piccolo) sin dall'inizio.

Il tema che andremo adesso ad affrontare è emblematico di quanta superficialità (spesso inconsapevole) esista in questo àmbito: trovando solo qualche singola traccia online di un certo argomento, da queste si estrapolano conclusioni affrettate che diventano assolute e che si pretende siano quasi enciclopediche.

Radiotext è stato il primo tentativo di trasmettere software via radio sull'intero territorio italiano, avvenuto nel 1984 sulle onde di RadioTre (RAI). Nel corso della trattazione smentirò almeno due fatti affermati di solito a riguardo, cioè che la trasmissione si riferiva esclusivamente al Sinclair Spectrum (falso: erano coinvolti anche il Commodore 64 e l'Olivetti M10) e che era una trasmissione autonoma nel palinsesto RAI (falso: era inserita nel contenitore radiofonico "Un certo discorso").

Anche sul numero delle emissioni ci sono opinioni discordanti: furono in tutto otto, da venerdì 11 maggio a venerdì 29 giugno 1984. All'epoca era pubblicizzata come la prima trasmissione del genere in Europa: vedremo che anche quest'ultima affermazione non è propriamente vera, ma procediamo con ordine.

Un certo discorso era un programma di attualità a cura di Pasquale Sàntoli, andato in onda dal lunedì al venerdì alle 15.30 per un'ora e mezza, dal 1976 al 1988. Radiotext viene annunciato dal giornalista Gianni Rossi sul n. 19 del Radiocorriere TV con enfasi come la «mezz'ora di microtelematica» all'interno di Un certo discorso, andando a collocarsi alle 16 di ogni venerdì, per essere replicata ogni domenica seguente alle 14 «con alcune varianti nella trasmissione-dati», cioè con alcuni dei programmi trasmessi inviati in un caso per lo Spectrum, nell'altro per il Commodore. Quindi quelle della domenica non erano da considerarsi "repliche" in senso letterale, offrendo anche contenuti inediti.

Fonte: Radiocorriere TV

Era realizzato da Arci Media/Lega Informatica, un'associazione che propagandava «in Italia l'uso dei personal e degli home computer a livello di massa, organizzando convegni, seminari e corsi di studio a basso costo». I suoi curatori, Luigi Grimaldi e Giovanni Sighele, erano membri della Lega Informatica di Firenze. Collaboratori tecnici della trasmissione erano Sara Maggi e Fabio Guidi, che provenivano dall'esperienza di Controradio a Firenze.

Carlo Moroni, uno dei dirigenti della Lega Informatica, spiegava così l'intento: «Il pubblico al quale ci rivolgiamo è molto vario: studenti, insegnanti, professionisti, casalinghe. Tutti possono trarre vantaggio dalle informazioni che verranno trasmesse via radio, realizzando gratuitamente un software di prim'ordine».

Fonte: Radiocorriere TV

Venivano anche presentati  i contenuti di massima dell'intero progetto: «dalle Olimpiadi alle nuove frontiere della comunicazione visiva (si faranno anche esperimenti di graphic-computer): dalla banca-dati con bibliografie, indirizzari e segnalazioni critiche di libri e film a servizi di pubblica utilità come il programma base per creare una dieta su misura, l'itinerario per un trekking avventuroso, lo spartito-base per comporre la propria musica».

Moroni espresse poi a La Stampa i suoi pensieri relativi all'evoluzione di Radiotext come rivista elettronica, che doveva anche «attivare le capacità di produttive di chi a livello amatoriale, artigianale lavora nell'informatica producendo software grafico, musicale, didattico. Un settore che può essere considerato una sorta d'informatica sommersa, da sostenere e promuovere in tutti i modi.» Si cercò dunque di coinvolgere il pubblico in una sorta di collaborazione, invitando a produrre software homebrew da mandare in onda durante la trasmissione.

Radiotext risultava quindi composto da due parti: una tradizionale, parlata, in cui si commentava il tema principale grazie anche al supporto di interviste esterne; una innovativa, nella quale erano trasmessi gli impulsi che codificavano i vari programmi uno dopo l'altro, per i vari tipi di elaboratori, in modo che l'utente potesse registrare su audiocassetta quelli di suo interesse e poi caricarli sul computer di casa.

Veniamo dunque a esaminare le singole puntate servendoci sempre del Radiocorriere TV, segnalando che purtroppo la prima e l'ultima non vengono descritte in dettaglio dal settimanale, dato che gli articoli in questione servivano rispettivamente a presentare e commentare l'opera nel suo complesso.

1° puntata: Venerdì 11 maggio 1984. Omissis.

2° puntata: Venerdì 18 maggio 1984. Il tema della puntata è «graphic-computer e bit-fumetti». Sono state presentate una serie di interviste sull'uso della grafica per mezzo del computer, in particolare a Bob Noorda (presidente della sezione italiana dell'Alliance Graphique Internationale), Giorgio Soavi (giornalista e scrittore), Milton Glazer (famoso grafico mondiale) e Mauro Salvemini, autore del testo Computer grafica per la Jackson, nel 1982. Ci sono stati dieci minuti di segnali analogici. Per Sinclair Spectrum: data-base su riviste, personaggi e autori di fumetti; Commodore 64: riproduzione di software autoprodotto dagli ascoltatori e demo-grafica per disegnare; Olivetti M10: data-base bibliografico e recensione del libro di Salvemini.

3° puntata: Venerdì 25 maggio 1984. Il tema era «moda e corpo» con interviste ad alcuni personaggi, tra cui lo stilista Elio Fiorucci. Per quanto riguarda il software, per Sinclair Spectrum: software autoprodotto dagli ascoltatori, da gruppi e cooperative culturali, data-base per costruirsi la dieta su misura; per Commodore 64: data-base su come e dove studiare la moda in Italia; Olivetti M10: recensione di un libro sulla moda uscito di recente, bibliografia sulla cura del corpo e sulla moda da Roland Barthes a oggi.

4° puntata: Venerdì 1 giugno 1984. Il festival cinematografico di Cannes, con interviste a giovani autori, a un giurato italiano e a un critico cinematografico. I programmi trasmessi: data-base col programma delle serate e le schede dei film italiani; trasmissione di software autoprodotto su Spectrum e Commodore 64; recensioni bibliografiche sull'Olivetti.

5° puntata: Venerdì 8 giugno 1984. L'argomento era «I concerti dell'estate», con interviste a Bibi Ballandi (manager musicale), Gianna Nannini e Vasco Rossi. I programmi trasmessi per Sinclair Spectrum: data-base su tutti i concerti estivi italiani, suddivisi per città, genere e gruppo musicale; Per Commodore 64: data-base delle scuole di computer music e brani di computer music; Per Olivetti: recensioni e archivio su tutti i nuovi dischi registrati da concerti in Italia. Per Commodore e Sinclair sono stati trasmessi anche programmi di software autoprodotto.

6° puntata: Venerdì 15 giugno 1984. «Come rubare col computer». Un tema allora di scottante attualità, con furti perpetrati ai danni dei risparmiatori degli istituti di credito. Radiotext in questo caso si proponeva di spiegare gli strumenti per «proteggere» i programmi.

Fonte: Radiocorriere TV

7° puntata: Venerdì 22 giugno 1984. Il tema erano le Olimpiadi di Los Angeles, con interviste e un collegamento in diretta con gli Stati Uniti. Gli impulsi trasmessi per i tre personal computer, per quanto riguarda lo Spectrum: data-base su tutti i record da battere, olimpici e mondiali; gioco olimpico del pentathlon per il Commodore 64; una soft-cartolina da San Francisco per l'Olivetti.

8° e ultima puntata: Venerdì 29 giugno 1984. Omissis.

Per valutare l'esperienza complessiva del programma assieme ai lettori, al termine di giugno era stato pubblicato anche un questionario, da compilare e spedire agli organizzatori della Lega Informatica/Arcimedia, indirizzo di allora: Via C. Beccaria 84, 00192 Roma, questionario che ripropongo qui nella sua interezza:

Fonte: Radiocorriere TV

L'evento venne ampiamente trattato dalla stampa generalista (si vedano per esempio le citazioni su L'Unità e La Stampa), così come dalle riviste specializzate. In particolare segue l'evento la rivista Sperimentare con l'Elettronica e il Computer, edita della JCE (gruppo GBC) e quindi vicina allo Spectrum: così la redazione commentava la fine della messa in onda di Radiotext, rendendosi disponibile per l'invio di ogni programma realizzato dalla trasmissione per l'home computer della Sinclair:

«A conclusione del primo ciclo, mentre è allo studio una possibile ripresa della trasmissione, è doveroso ringraziare tutti i radioascoltatori e i nostri lettori che con le loro lettere, consili e critiche contribuiranno alla stesura del nuovo ciclo di Radiotext, un ringraziamento particolare agli abbonati della nostra rivista che hanno gentilmente collaborato all'inchiesta sull'ascolto del programma.  In ultimo comunichiamo che tutti i listati trasmessi da Radiotext sono disponibili presso la nostra redazione e verranno inviati a tutti coloro che faranno richiesta, questo perché la loro lunghezza ci impedisce di pubblicarne gran parte.»

In Italia c'erano già stati precedenti tentativi locali di diffusione software via radio, sia a Firenze che a Milano: nel primo caso era sempre coinvolta la Lega Informatica, assieme alla privata Controradio, mentre nel secondo ci era limitati «a trasferire software gestionale (del tipo procedure per la contabilità)». La portata di Radiotext fu comunque senz'altro geograficamente assai più ampia, visto il coinvolgimento in prima persona della Rai e della sua Divisione Ricerca e Sperimentazione, nonché l'emissione del segnale su tutto il territorio nazionale.

Le motivazioni dell'entrata della Rai in questo nuovo tipo di comunicazione erano principalmente due, e vennero spiegate dall'allora direttore di Radio Tre Enzo Forcella in un'intervista a Stampa Sera, che è interessante leggere integralmente:

«Primo: per sperimentare direttamente dal punto di vista dell'operatore radiofonico l'impatto con l'informatica "diffusa" e il suo strumento di penetrazione sul mercato, il personal computer per l'appunto. Penso che l'integrazione tra i due "segnali", quello radiofonico tradizionale, musica e parola, e quello informatico, l'impulso sonoro, possa rappresentare in futuro una forma piuttosto consistente del linguaggio radiofonico. Questo perché i due segnali sono rispettivamente portatori di informazioni tipologicamente molto diverse tra loro e che, pertanto, articolati coerentemente, consentono di "trasmettere", di "trasportare", messaggi sempre più complessi e completi. A titolo di esempio: oltre a parlare di un musicista e trasmettere alcuni brani musicali è possibile, attraverso l'informatica, "trasferirne" la discografia completa sotto forma di programma per personal computer».

«Secondo: per indagare il rapporto tra emittente e utenza in questa fase di profonda trasformazione tecnologica e culturale indotta dal consumo, che potremmo già definire di massa, di prodotto informativo. Dalla celebre copertina del "Time" alle riviste specializzate, dai corsi di programmazione in basic in vendita in edicola ai veri e propri rotocalchi informatici, dai computer clubs alle esperienze di informatica applicata ai regolari corsi scolastici, penso che stia maturando nella sensibilità dell'ascoltatore radiofonico l'esigenza di "frequentare" anche la radio come un sistema di comunicazione più complesso, più ricco e, naturalmente, più aggiornato. Per l'emittenza, inoltre, è certamente indispensabile ridefinire il proprio codice linguistico, incrementare il "valore d'uso" del proprio messaggio, sviluppare la specificità della sua tradizionale dimensione di mezzo di comunicazione di massa.»

Forcella dunque espose con lungimiranza l'auspicio di una tendenza all'integrazione multimediale, assieme a una descrizione piuttosto accurata dello Zeitgeist informatico dell'84, tra riviste, corsi di programmazione e computer club.

Fonte: Radiocorriere TV

L'iniziativa promossa dalla Rai non fu comunque la prima in Europa, nonostante fosse stata pubblicizzata in questo modo: venne preceduta almeno dall'emittente nazionale olandese NOS, che iniziò a trasmettere programmi informatici via etere già nei primissimi anni '80, nel programma Hobbyscoop: non solo, in questo fortunato caso venne progettato anche una specie di Esperanto informatico (il Basicode) per poter trasmettere segnali radio utilizzabili direttamente da qualunque home computer avesse a disposizione un interprete Basic.

In conclusione Radiotext, nonostante tutti i limiti intrinseci e la veloce obsolescenza del mezzo audiocassetta, rimane l'interessante precursore di tutti i successivi tentativi di sviluppare e distribuire software tramite i media tradizionali, fino ad arrivare al Televideo/Teletext e alla realizzazione di Telesoftware.

Nota: questo articolo è stato il punto di partenza per un progetto di recupero ad opera della Rai: i risultati possono essere consultati in questa pagina di RaiPlay Sound, in cui è possibile ascoltare integralmente le otto puntate corrispondenti alla prima storica edizione di Radiotext. C'è anche uno speciale "dietro le quinte" in cui viene introdotta storicamente la trasmissione, dove è presente anche un'intervista al sottoscritto.


Fonti:

  • Rossi, Gianni. «Il computer via radio.» Radiocorriere TV, 6-12 maggio 1984, 75
  • «Radiotext: i fumetti al computer.» Radiocorriere TV, 13-19 maggio 1984, 95
  • «Radiotext parla di moda e corpo.» Radiocorriere TV, 20-26 maggio 1984, 95
  • «Il festival di Cannes su Radiotext.» Radiocorriere TV, 27 maggio-2 giugno 1984, 85
  • «I concerti dell'estate a Radiotext.» Radiocorriere TV, 3 giugno-9 giugno 1984, 92
  • «Come rubare col computer.» Radiocorriere TV, 10 giugno-16 giugno 1984, 93
  • «Olimpiadi bit per bit.» Radiocorriere TV, 17 giugno-23 giugno 1984, 92
  • «Si conclude Radiotext.» Radiocorriere TV, 24 giugno-30 giugno 1984, 93

  • «Radiotext una prima riflessione.» Sperimentare con l'Elettronica e il Computer, n.11 (novembre 1984): 66
  • «Computer via radio: ecco la "telematica povera".» Stampa Sera (supplemento spettacoli), 8 giugno 1984, 4
  • «"Radiotext", giocando col computer.» L'Unità, 20 maggio 1984, 16
  • Benschop, Lennart. «BASICODE: an example of Dutch computer folklore.» <link>

Commenti

  1. Dapprima pensi "è incredibile". Poi pensi che la cosa incredibile è che a trent'anni di distanza ti sembri incredibile. Ti ritrovi triste per l'Italia mediatica decaduta, ma anche per l'Italia che ha paura perfino solo a ricordare il coraggio dell'altro ieri. E invece ricordare - soprattutto con lucidità storica, senza crogiolamenti nostalgici - è così importante proprio per vincere la paura. Tutti concetti ovvi. Che, anche questi, più ovvi non sono, da queste parti.
    Grazie per questo tuo lavoro di recupero e di divulgazione davvero ben congegnato.

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    1. B., l'argomento che proponi (la decadenza dell'Italia mediatica) è davvero troppo vasto per essere affrontato qui ma mi sento di darti ragione, nel senso che si è persa senz'altro la voglia di sperimentare nell'ambito generalista; gli stessi tentativi sono affidati (almeno per quanto riguarda la RAI) alle nicchie delle TV tematiche che stanno facendo ottimi lavori, sebbene legati alla frammentarietà dell'emissione televisiva, soprattutto Rai Storia e Rai 4.

      C'è anche da dire che proprio negli anni di Radiotext il sistema radiotelevisivo aveva subìto un mutamento radicale, con l'affermazione della televisione commerciale di Fininvest e il conseguente adattamento dei canali statali per seguire il nuovo trend che allora imperava.

      Grazie a te per la lettura e il supporto nei confronti di questa nuova direzione del blog, i commenti espliciti sono sempre graditissimi e utili per capire se ci si sta muovendo in territori interessanti oppure no.

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  2. Da videogiocatore fin dalla fine degli anni'70 e utente informatico dei primissimi anni '80, quest'esperienza radiofonica mi mancava, quindi non posso fare altro che ringraziarti e farti i complimenti per l'articolo, ben scritto e documentato e attendere con interesse i pezzi futuri.

    Ancora grazie ed un saluto,

    Boris

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    1. Grazie a te, Boris, per il commento positivo e per aver iniziato a seguire il blog.

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  3. Ricordo benissimo quei programmi e, se serve, c'e' anche un breve articolo su un vecchio numero di Videogiochi della Jackson, che ne parla. Tra l'altro, sempre in tema di commistione tra radio e home computer, ricordo anche un programma radiofonico della RAI in cui uno dei presentatori giocava a The Pirate Cove, leggendo le descrizioni e chiedeva agli spettatori, al telefono le azioni da fare... Poi ci furono anche i dischi 45 giri allegati alle riviste, ma questa e' un altra storia
    -Morgan

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    1. Non ho nessuna notizia relativa al programma radiofonico in cui si giocava all'avventura testuale Pirate Cove, quindi se hai altre informazioni o ricordi che possano identificarlo in qualche modo, sarei ovviamente interessato. Un saluto.

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  4. Quanti ricordi leggendo questo articolo...
    Ho ancora, in una delle mie "scatole delle scarpe" l'adesivo radiotext :)
    Ho cominciato la mia carriera professionale ai tempi di Open, la rivista informatica e radiotext di Controradio, collaborando di tanto in tanto con Fabio e Sara, producendo grafica tridimensionale sullo Spectrum.
    Mi ricordo le riviste interattive trasmesse per radio. Eravamo tutti pionieri micro informatici, un piede negli ani ottanta fiorentini, un altro nel futuro della rete

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    1. Luca, ti ringrazio del commento e per la lettura del mio articolo. Dato che di Open esiste ben poco in Rete mi piacerebbe poter approfondire il tema: se vuoi, contattami pure in privato tramite il form presente nel menu del blog. Grazie.

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  5. Sempre in tema di commistione tra informatica e mass media andrebbe ricordato anche il Telesoftware di Televideo, che trasmetteva (non so se lo faccia ancora) codice informatico prodotto dai lettori.

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    1. Hai assolutamente ragione, Lorenzo. Telesoftware tra l'altro forniva anche contenuti per non vedenti e altro ancora. Penso che il servizio sia stato reso obsoleto con il passaggio al digitale terrestre, ma avevo letto che in qualche forma Telesoftware avrebbe continuato il suo percorso. Sarebbe interessante approfondire anche questo argomento.

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  6. Grazie Andrea,volevo chiederti ma le puntate trasmesse all'epoca sono solo 8 giusto,confermi?
    Nel sito della rai Radio Techete' ce ne sono appunto 8( scaricabili).
    Ciao e buon lavoro

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    1. Sì, esatto, la prima edizione di Radiotext è composta da otto puntate. C'è da considerare il fatto che la replica offriva dei programmi differenti da registrare rispetto alla puntata andata prima in onda, ma dal punto di vista dei commenti e della struttura erano del tutto identiche. Ciò che andò in onda successivamente (Radiosoftware) aveva invece una struttura e dei conduttori diversi. Prima o poi dovrò certo aggiornare questo articolo alla luce dell'interessamento di Raiplayradio e dell'intervista che ho realizzato in quell'occasione.

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  7. Tutta la rete si rimbalza i necrologi di Sandro Petrone, che avrebbe preso parte alla creazione di Radiosoftware. Non ho visto riscontri di questa cosa laddove si parla del programma. Altra bufala?

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    1. Sandro Petrone, sul suo sito, ne parlava esplicitamente: "Ha partecipato alla realizzazione e condotto la prima trasmissione radiofonica computerizzata in Europa, sviluppando l’interattività dell’informazione (Rai Radiosoftware 1983, nel programma “Un certo discorso” di RadioTre)." L'unico errore evidente sta nella data, dato che Radiosoftware iniziò nel gennaio del 1985. Ricordiamolo, Radiotext (di cui si parla in questa pagina) è diverso da Radiosoftware, di cui mi pare a oggi non esista una descrizione approfondita.

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    2. Approfondita non credo, ma ho letto diversi articoli d'epoca (ad esempio https://archive.org/stream/Home-Computer-12#page/n14/mode/1up o https://archive.org/details/Sperimentare_1986_04/page/n15), qua ci sono anche delle registrazioni: https://strawberryfield.altervista.org/pubblicazioni.php
      Di Petrone non ho mai visto neanche l'ombra. Addirittura conduttore? Mi sa che anche lui, come spesso succede, dava una mano di colore al CV :)

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    3. Sì, di fonti primarie su Radiosoftware nelle riviste d'epoca ce ne sono una ventina. Comunque, pur non volendo fare gli agiografi della situazione, ma come al solito operare mediante la ricerca storica, è possibile stabilire che la verità "sta nel mezzo". Consultando i palinsesti radio di quegli anni, si verifica che da una parte S.P. presentò "Un certo discorso estate" nel 1982, dall'altra faceva parte del gruppo di "Un certo discorso" nella prima parte del 1985, cioè proprio quando iniziò Radiosoftware. «A cura di Pasquale Santoli, con Ernesto Assante, Roberto Mastroianni, Claudio Nerone, Sandro Petrone, Tonino Ruscitto, Federica Taddei», per amor di completezza. Quello che è indubbiamente vero è che ci sono stati troppi articoli fotocopia su S.P. presi quasi esclusivamente da Wikipedia, segno che troppa gente preferisce fare in fretta, piuttosto che approfondire come abbiamo fatto qui adesso. Riguardo il claim "la prima trasmissione" ho già risposto nell'articolo: oltre alla questione olandese sarebbero anche da citare le trasmissioni inglesi e yugoslave, ma questo necessiterebbe di un ulteriore approfondimento.

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  8. Sarebbe molto interessante scoprire in quanti paesi venne tentato l'esperimento. Il "Ventilator" della radio yugoslava citato da Andrea ha una storia interessante, considerando i risvolti politici. Ho letto in passato che ci sono stati tentativi simili in altre radio private in Italia, non ne conosco la portata o la rilevanza. Trovo tuttavia che il fenomeno sia stata una prima spia su quanto l'impennata tecnologica stesse già mettendo in difficoltà i media tradizionali: il software distribuito durante le trasmissioni era scritto in BASIC, in un periodo in cui ormai i giovanissimi utilizzavano tale linguaggio per software autoprodotto e utilizzavano fonti esterne solo per condividere programmi professionali. L'altro grosso vincolo era rappresentato dalla non possibilità di raccogliere input con il mezzo radiofonico, che non arrivò mai (o non in tempo) a cogliere la possibilità di sfruttare le reti telefoniche con metodi simili a quello delle BBS.
    Analogamente è un vero peccato che l'idea del BASICODE non abbia raggiunto la diffusione meritata, credo che anche in questo caso abbia influito il fattore tempo (oltre a quello geografico: in Giappone era stato ideato un intero sistema operativo denominato SOS, per risolvere il problema della compatibilità tra modelli di computer, anche se venne sfruttato principalmente per la diffusione cartacea) .
    StefanoB

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    1. Gli argomenti che sollevi sono così tanti e interessanti, Stefano, che per approfondire ci sarebbe bisogno più di un nuovo articolo che di un commento :) ! Senz'altro l'esperienza più interessante di radiotext nel privato è stata senz'altro quella di Open a Controradio: senza di essa, infatti, non ci sarebbe stato neanche il radiotext nazionale. Nello stesso modo anche il radiotext milanese, che effettivamente ho "liquidato" con poche parole nell'articolo originale, meriterebbe un approfondimento maggiore; avevo iniziato a scriverlo qualche mese fa, ma non ho avuto ancora modo di terminarlo.

      Certo l'esperienza radiofonica nella trasmissione del software ha avuto una durata tutto sommato limitata per le ragioni che esponi, a cui ci sono da aggiungere l'avvento di tecnologie come il telesoftware tramite televideo, e successivamente la progressiva diffusione delle bbs. Senza contare l'affermarsi del disk drive come memoria di massa più diffusa, in contrapposizione alle audiocassette e i registratori a cui il radiotext era indubbiamente legato.

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