"E il ping-pong fece fuori il TG" (L'Unità, 27 dicembre 1979)

di Andrea Pachetti



Per presentare questo nuovo articolo della Rassegna Stampa restiamo nel 1979, anno in cui le console di tipo Pong dominavano il mercato dei giochi elettronici in Italia e in qualche caso venivano inserite persino come accessorio di lusso nei pullman. L'Atari VCS è ancora lontano, dato che sarebbe stato distribuito da noi solo l'anno successivo, dalla Melchioni.

Come dicevamo in precedenza, siamo negli anni del "riflusso" e questo viene confermato anche da un articolo di Silvia Garambois presentato su L'Unità, in cui analizza le spese per i regali di Natale destinati agli adulti e afferma nelle sue conclusioni che i giochi in generale: «si vendono più degli scorsi anni. Forse che il decantato riflusso passa anche per le feste di fine anno? Forse: e si pensa alle tranquille serata in casa tra una partita a carte e un incontro (su video) di tennis, a una guerra sulla carta con gli amici dimenticando per un'ora che Carter esiste davvero».

Se il riferimento al presidente statunitense Jimmy Carter è ormai poco noto ai più (allora impegnato con l'Iran, nella crisi causata dal rapimento di numerosi cittadini americani presso l'ambasciata), senz'altro ai lettori di questo sito non sfuggirà la citazione relativa ai "video-tennis". Ho inserito a corredo dell'articolo una pubblicità tratta dal Radiocorriere TV (sempre del 1979) in cui viene mostrato uno dei modelli più noti e venduti dell'epoca, prodotto dalla Polistil.



Andiamo dunque a evidenziare le parti dell'articolo della Garambois che sono più utili per il nostro viaggio nel mondo dei vecchi videogiochi, segnalando poi in neretto i concetti più importanti dal punto di vista storico:

«Il giocattolo per adulti è un paese dai confini incerti: cosa comprano, cosa si regalano, quanto pagano i "grandi" per i loro giochi, per rinnovare l'abitudine di una sera in compagnia?»

«A guardare le vetrine dei negozi c'è da restare di sasso: l'industria propone solitarie partite a scacchi da mezzo milione o efferati congegni elettronici dall'uso incerto

«Ma il gioco ha regole che i negozianti non hanno ancora captato. Dal mazzo di carte ai rinverditi tarocchi, dal ping-pong all'elettronico da TV, dalla vecchia dama alle fiches da bridge, chi ha idea di regali "giocherecci" deve fare il giro della città per esaudire i propri desideri.»

«Partiamo dal classico, il negozio di giocattoli. Qui il dominio è dell'elettronica applicata al gioco. Vanno forte i marchingegni televisivi, le partite elettroniche da giocare a casa anziché al bar: prezzi variabili quanto i modelli. Molti per queste feste hanno scelto un "regalo in comune" per la famiglia e hanno destinato 50, 60 mila lire alla macchinetta. Quando il programma TV annoia, si abbandona il primo, il secondo, il terzo canale, le telelibere, annessi e connessi e si innesta il ping-pong su video, con tutti i rischi (un po' di sociologia spicciola) che evidentemente ne derivano: purché il ping-pong non batta settimanalmente anche il telegiornale per 7 a 0.»

Se l'attribuzione di un carattere "efferato" al videogioco può oggi far sorridere, questo articolo è interessante perché fa notare una caratteristica che di lì a poco diventerà fonte di "crisi" tra i vari componenti della famiglia, cioè l'utilizzo dell'unico apparecchio televisivo presente in casa per seguire i programmi oppure per giocare ai videogames. Un dibattito generazionale genitori-figli che si risolverà solo diversi anni dopo, quando i costi dei tv color diventeranno più abbordabili e la loro presenza nelle abitazioni si moltiplicherà, passando dal solo soggiorno fino alle cucine e alle camere.

Ancora una volta si ribadisce che il negozio di giocattoli è il canale distributivo preferenziale per questo tipo di prodotti e che è avvenuto un passaggio nella fruizione dei giochi di tipo Pong dai locali pubblici all'abitazione privata. Il prezzo citato di 50-60.000 Lire corrisponde a circa 140-170 Euro, rivalutati al marzo del 2019.


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