L'articolo qui presentato fa parte dell'Archivio Storico di Quattro Bit ed è tratto dalla rivista Bit n. 4 (settembre/ottobre 1979) pp. 19-26, fonte: Retroedicola
[Quello che segue è il resoconto del BIT 79, prima fiera italiana di rilievo dedicata al personal computer, che si svolse a Milano dal 6 al 9 giugno del 1979. Tra i molti interventi presentati, è di particolare interesse (vista la generale scarsità di informazioni) quello relativo alla Harden, primo importatore italiano dei computer della Commodore.]
a cura della Redazione
Sono stati quattro giorni entusiasmanti. La prima rassegna del personal computer, organizzata dal nostro gruppo editorile e dall'International Marketing Center, ha avuto un successo che è andato al di là di ogni previsione, confermando la vastità di un fenomeno e l'interesse per un settore che, benché nuovo, è ricco ormai di numerosissimi prodotti (per la maggior parte di importazione, evidenziando anche in questo caso una caratteristica marcata del settore elettronico) e che comunque vede numerose aziende italiane presenti non solo nell'attività di commercializzazione, ma anche in quella di realizzazione.
La rassegna è quindi stata la prima verifica della validità di un settore in cui BIT come iniziativa editoriale è stata la prima a credere e che, nei limiti delle sue possibilità, ha contribuito a diffondere. Ed è stata un successo anche per le aziende che hanno partecipato, le quali hanno confermato una presenza di visitatori al di sopra delle loro previsioni e che nella pratica ha voluto dire il restare a secco di dépliants negli ultimi giorni e l'essere assediati in stands rivelatisi di conseguenza troppo piccoli.
A battenti chiusi, occorre fare delle considerazioni, la prima delle quali è quella di evidenziare che chi vedeva nel personal computer il giocattolo da regalare a Natale, ebbene è stato smentito.
La convinzione degli operatori del settore e nostra, confermata, qualora ce ne fosse bisogno, da quanto si è visto e ascoltato nei giorni della rassegna, è l'interesse o meglio l'urgenza, da parte di un'utenza molto vasta e di varia estrazione, verso strumenti di elaborazione di costo contenuto, di immediata applicazione, di semplice operatività. Il rapportare queste istanze di prodotti, però, non è altrettanto immediato, soprattutto quando si considera che un'utenza di massa è portatrice di richieste estremamente diversificate se non addirittura incerte, in ciò stimolata da un errato concetto di strumenti di elaborazione a basso costo, o più generalmente di computers.
Oggi comunque la presenza di prodotti di differenti prestazioni e le iniziative ormai capillari di diffusione degli stessi, senz'altro contribuiscono a individuare con maggior cognizione i settori di applicazione; d'altra parte l'interesse ufficioso verso questa fascia d'utenza da parte delle grosse società EDP (IBM, Hewlett Packard, etc.) è indicativo delle prospettive verso cui ci si muove. Il recente annuncio della Texas Instruments, che ha finalmente presentato in America il suo home computer è, pensiamo, il primo passo.
BIT 79 non ha avuto il beneficio di un annuncio equivalente (d'altra parte l'occasione in cui è stato presentato l'home computer TI è stato il recentissimo Consumer Electronics Show, tenutosi a Chicago negli stessi giorni di BIT 79); ciononostante i prodotti presentati sono stati una novità per la maggior parte dei visitatori, che hanno avuto fra l'altro l'occasione di verificare praticamente le capacità dei vari sistemi.
Si è detto all'inizio che BIT 79 è stata la prima verifica di una nuova utenza dei sistemi a microprocessore e che in tal senso è stata positiva. È chiaro comunque che l'ampiezza di questo settore è già tale che BIT 79 non ha potuto accogliere tutte le aziende che vi intervengono, soprattutto per ragioni organizzative, per cui se da una parte si è ritenuto utile avere direttamente dalla maggior parte degli operatori presenti alla rassegna indicazioni sulle proprie modalità d'intervento, d'altra parte riteniamo altrettanto indispensabile allargare in seguito il discorso allo scopo di dare una immagine il più possibile ampia e completa del settore.
La EDICONSULT è una società commerciale che presenta fondamentalmente due classi di prodotti. Quali?
La EDICONSULT tratta due tipi fondamentali di microcomputers. Il primo tipo è quello del personal computer, ossia sistemi orientati verso l'utenza personale, vista come utenza domestica, hobbistica e di piccoli enti, quali lo studio tecnico, la piccolissima azienda, il negozio, e così via. Per questo tipo di utenza noi proponiamo una serie di computers sia della Ohio Scientific che di altre case.
L'altro tipo di prodotti è quello che in inglese è chiamato small business computer. È da chiarire che il mercato dei microcomputers orientati verso la piccola o la media utenza gestionale va affrontato che tecniche di commercializzazione nettamente differenti da quelle da adottare per il mercato del personal computer; ossia, a macchine diverse si associano canali di marketing diversi. Per quel che riguarda dunque il mercato dello small business o piccola-media utenza, la EDICONSULT offre tutta una gamma di prodotti, che sono validissimi ai fini della soluzione di un problema che direi ormai decennale, quello di poter offrire a un piccolo utente un computer gestionale a un costo compatibile con le possibilità econonomiche dell'azienda.
In questo caso ovviamente si entra in concorrenza con quei colossi del campo dell'EDP che toccano questa fascia di mercato. La EDICONSULT, rispetto a questi colossi, offre un computer altrettanto valido, e tale comunque da presentare caratteristiche di affidabilità di software di base e di software applicativo paragonabili. Gli elaboratori che svolgono questo tipo di funzione sono chiaramante elaboratori della fascia alta dell'Ohio Scientific (cioè la serie Challenger 3), oppure elaboratori Alpha Microsystems, Cromemco e aziende similari.
Qual è il supporto fornito?
Per quanto concerne il personal computer, ci presentiamo all'utente finale tramite una rete dettagliata di rivenditori in tutta Italia. Questa rete di rivenditori è in grado di fornire assistenza tecnica e assistenza software. In tal modo riteniamo di poter fornire insieme al sistema un pacchetto completo di assistenza. Pertanto i nostri clienti hanno la garanzia di acquistare un computer che ha non solo una validità attuale, ma anche una validità futura.
Nello stesso tempo siamo presenti a livello internazionale nel campo dell'acquisizione e in quello delle ricerche di mercato, onde poter fornire sempre dell'hardware e del software adeguati ai progressi del momento in cui vendiamo.
Per quel che riguarda invece lo small business computer, che poi in effetti non è destinato solo alle piccole imprese, ma anche alle medie, noi offriamo i computers di quattro grandi case (se andassimo oltre, non potremmo fornire un'assistenza adeguata) e teniamo un contatto diretto con le case costruttrici per poter continuamente aggiornare sia l'hardware che il software.
Anche per gli small business computers raggiungiamo l'utente finale tramite concessionari, che in questo caso sono spesso delle software houses, piuttosto che dei semplici rivenditori. Queste case di software contribuiscono alla personalizzazione di pacchetti di software applicativo orientandolo specificamente verso le esigenze dell'utente finale.
In questo campo annunciamo una politica tipica della EDICONSULT: noi non venderemo esclusivamente macchine, ma venderemo software di base e software applicativo insieme alle macchine. I nostri concessionari avranno un insieme completo di hardware, di software di base e di software applicativo da offrire, garantendo così all'utente finale un lavoro coordinato e standardizzato, sia in campo fiscale che nel campo delle proceduristiche aziendali.
Qual è la sua opinione su questo fenomeno?
Attualmente, tanto in America, dove è sorto il fenomeno del microcomputer, che in Europa, e in particolare in Italia, il mercato è molto confuso, in quanto accanto ad aziende molto serie operano aziende che si pongono in un modo che secondo me non è tale da risolvere il problema del cliente. Addirittura, e non è un'affermazione mia, esiste una vera e propria pirateria nel settore dei microcomputer. Quindi tengo a ribadire che la EDICONSULT non intende fare della vendita pirata, ma una vendita onesta, una vendita corretta.
È per questo che ci preoccupiamo di assicurare al cliente, primo, una distribuzione di prodotti validi, secondo, la certezza che i prodotti venduti saranno garantiti con una costante assistenza, una distribuzione continua di parti di ricambio e una continuità di fornitura del software, per cui potranno essre funzionanti in ogni momento anche nel futuro.
Il grosso problema oggi nel settore del microcomputer è che su 20 o 30 aziende che costruiscono microcomputers sono da considerare valide solo 4 o 5, cioè quelle che non solo forniscono un computer completamente valido sul piano hardware e sul piano del software di base e applicativo, ma nello stesso tempo forniscono pezzi di ricambio affidabili e nella quantità giusta per poter assistere un mercato straniero.
La EDICONSULT pertanto si impegna a un servizio completo di assistenza, garantendo un hardware che può essere rifornito di parti di ricambio anche fra due, tre, quattro o cinque anni, anche dopo che l'hardware stesso sia stato modificato.
Un'ultima cosa, come amministratore della EDICONSULT tengo a ribadire: noi riteniamo che un'azienda, per poter lavorare in questo settore in modo da riuscire a svolgere una funzione valida per l'utente finale, debba avere, sin dal punto di vista finanziario che da quello degli impianti, dimensioni che le permettano di tenere a magazzino tutta la fascia di computers che si devono vendere, perché solo così è possibile garantire un'assistenza completa e una distribuzione efficace. Oggi, la EDICONSULT si vanta di essere probabilmente l'unica azienda in questo campo che può mostrare un magazzino pieno non solo di parti di ricambio, ma di computers pronti per la consegna.
HARDEN: un'organizzazione efficiente
La HARDEN è stata la prima azienda italiana che ha introdotto il personal computer nel nostro Paese, e più precisamente il PET della Commodore. È naturale, pertanto, chiedere alla HARDEN di fare il punto su questo fenomeno.
Quella che, all'inizio del 1978, sembrava un'avventura, e a dispetto di chi considerava il personal computer poco più che un giocattolo, sta rivelandosi invece un'operazione utile per tutto questo mercato. Prima di tutto perché il personal computer in generale, e il PET in particolare, risulta tutt'altro che un giocattolo, e in secondo luogo perché il personal computer ha oggi raggiunto un livello tale che consente finalmente di dotare piccole aziende, professionisti e altri tipi di utilizzatori di un mezzo valido per risolvere i loro problemi di lavoro, a un prezzo accessibile.
Il PET della Commodore è indubbiamente un computer che non solo ha fatto parlare di sé, ma che offre un rapporto prezzo/prestazioni estremamente interessante. La Commodore, che fino al 1976 aveva prodotto solo beni di consumo nel settore elettronico, per prima nel mondo ha avuto l'idea di costruire qualche cosa di più di un semplice calcolatore portatile più o meno sofisticato, vale a dire di creare un computer da vendere a livello consumer. Il successo è stato strepitoso, e ora la Commodore sta potenziando la sua produzione per soddisfare pienamente le esigenze dei paesi europei: chiaramente in questo ha dovuto dare la precedenza ai due mercati maggiori, cioè a quello inglese e a quello tedesco. Però abbiamo anche l'orgoglio di affermare che dopo quello inglese e quello tedesco viene il mercato italiano.
Infatti noi in questa mostra esponiamo la nuova serie 3001 dotata di floppy-disk e stampanti Commodore, avuta immediatamente dopo Inghilterra e Germania, mentre invece altri paesi europei dovranno attendere settembre. Questo ci fa molto piacere, perché come HARDEN siamo riusciti a dimostrare alla Commodore una sufficiente intraprendenza commerciale, che ci ha consentito di metterci al terzo posto in Europa.
Per concludere, ritengo che molti problemi a livello professionale, a livello industriale, a livello commerciale possano essere risolti con il personal computer, in quanto esso fornisce ad aziende, a operatori tecnici, a ingegneri, architetti, geometri, avvocati, medici, etc., uno strumento di facile e immediata utilizzazione che smitizza tecnicamente e come costo il mondo dell'informatica.
Qual è la vostra strategia nella distribuzione del PET?
Devo premettere innanzitutto che la Commodore dà ai suoi distributori nazionali delle precise disposizioni alle quali gli stessi distributori, e noi in particolare per l'Italia, devono attenersi. Il traguardo della Commodore è quello di avere entro il 1980 almeno un distributore in ogni capoluogo di provincia. Attualmente la rete costituita dalla HARDEN tocca tutte le regioni; in particolare i distributori della HARDEN sono 47. Non abbiamo ancora tuttavia assolto all'impegno preso con la Commodore di avere un distributore in ogni capoluogo di pronvincia. Diciamo che la distanza media che separa oggi un nostro centro di vendita dall'utilizzatore non supera i 100 Km. Chiaramente, quando avremo completato la rete di distribuzione, il fatto di essere presenti in ogni capoluogo di provincia risolverà anche i problemi di capillarità in ordine sia alla distribuzione sia all'assistenza software e hardware.
Infatti ogni distributore deve avere non solo una struttura caratterizzata da una evidente proiezione di carattere commerciale, ma anche la capacità di fornire supporto di software e di hardware. Quindi il nostro principale sforzo è attualmente quello di consolidare e migliorare i requisiti che ogni distributore deve avere.
Perché questa impostazione capillare, e soprattutto organizzata in questo modo? In primo luogo perché prevediamo una diffusione di massa, in secondo luogo perché i distrbutori locali siano nelle condizioni di soddisfare meglio e più puntualmente la possibile clientela.
Pertanto provvediamo a preparare tecnicamente il personale dei nostri distributori perché sia in grado di rispondere prontamente e con competenza alle richieste di assistenza tecnica o di programmazione. Inoltre i programmi sviluppati dai vari distributori locali sono centralizzati presso un nostro ufficio, il quale provvede a distribuirne la lista a tutti gli altri, per cui se, ad esempio, a Reggio Calabria è stato già realizzato un dato programma, si evita di sprecare risorse sullo stesso problema.
Questo permette ai nostri distributori di intervenire tempestivamente in tutti quei campi che prima ho citato. Riteniamo che una organizzazione, impostata nel modo che ho ricordato e capace di assolvere alle problematiche più varie, rappresenterà molto presto un esempio più unico che raro anche in Italia, in quanto non mi risulta che esista un'organizzazione che possa coprire un fronte così vasto di necessità, e che sia capillarmente diffusa anche a livello di assistenza software e hardware.
Quali sono oggi i settori di impiego del PET?
Con l'avvento della nuova serie 3001, e soprattutto con l'avvento dei floppy-disk e delle stampanti, le problematiche che prima richiedevano delle soluzioni "acrobatiche", oggi sono risolte con minore impegno, con più elasticità, con maggiori possibilità.
Il PET permette inoltre ulteriori prestazioni dovute al fatto che ha un bus di uscita totalmente gestito dal computer stesso, sia come input, sia come output; in aggiunta ha anche un real time clock anch'esso accessibile via software. Delle numerose applicazioni fatte sfruttando queste caratteristiche, mi limiterò ad alcune solamente. Ad esempio il PET è stato utilizzato per gestire strumentazione estremamente sofisticata. Ci sono quindi applicazioni a livello medicale, di controllo di reti elettriche tramite una serie di strumenti (voltmetri, frequenzimetri) continuamente monitorati e con registrazione periodica dei dati oppure al verificarsi di condizioni anormali. Un'altra applicazione di cui abbiamo notizia è l'utilizzazione del PET per gestire lavori di macchine automatiche.
Un'ulteriore applicazione si è avuta nel settore dei radioamatori, vale a dire il PET si sintonizza automaticamente a un determinato orario (attraverso il real time clock) con il radioamatore di una città lontana, registrando il messaggio ed eventualmente lasciandone un altro precedentemente registrato.
Queste applicazioni danno la misura della versatilità di questo computer. Chiaramente non pensiamo che queste siano le applicazioni principali. Certo è che anche in questi campi finalmente anche l'elettronica ha messo a disposizione un mezzo fino a ieri sicuramente impensato e impensabile.
HOMIC: sfatare un mito
Con quale filosofia la HOMIC, come società commerciale, affronta il discorso del personal computer?
Il nostro intento è quello di diffondere, per quanto possibile, l'uso e l'impiego di questi microelaboratori, di sistemi cioè estremamente capaci, molto versatili, di prezzo contenuto e che possono quindi raggiungere un pubblico vastissimo, che al momento non sa ancora che cosa può fare con queste macchine e che è convinto che siano macchine inavvicinabili, sia dal punto di vista operativo che dal punto di vista prezzo. Il nostro scopo è cercare di sfatare questo mito, fornendo macchine di prezzo contenuto, molto semplici da usare, che quindi possono essere usate direttamente dall'acquirente.
Questo nostro approccio è evidenziato dai prodotti che distribuiamo in esclusiva e che sono l'SWTPC (che è una macchina di un produttore americano per applicazioni tipicamente di carattere gestionale), il TRS-80 della Radio Shack e il Nascom, che è un piccolo calcolatore fornito o in kit o già montato.
La nostra politica commerciale è in relazione alle caratteristiche e alla espansione che il mercato del personal computer avrà ed è perciò quella di non creare una rete di distribuzione esclusiva, ma di avere fornitori a livello OEM oppure di rappresentanza che perseguano dei canali ben precisi, cioè persone che abbiano una competenza tecnica per settori di applicazione e di conseguenza la possibilità di intervenire a livello capillare in quel settore; con questa ottica stiamo creando una rete di distribuzione che copre praticamente tutto il territorio. Comunque oggi abbiamo distributori per la Sicilia e la Calabria, un distributore a Roma, uno a Udine, uno a Modena, uno a Genova e uno a Torino. Altri distributori coprono, insieme a noi, la zona Milano, nord Milano, che è la zona più estesa con un mercato vastissimo, e quindi tutto l'hinterland milanese.
Chi possono essere gli utenti di questi sistemi?
L'esperienza di questi mesi ci porta a dire che gli utenti possono essere tutti, senza nessuna distinzione. Innanzitutto c'è il "livello casa", ossia una persona che vuole una macchina per tenere la contabilità domestica, l'elenco telefonico, il registro delle scadenze, o che al limite vuole giocare. A questo punto noi vogliamo portare avanti, e speriamo moltissimo di aver successo, il discorso dell'apprendimento, cioè la macchina che aiuta il ragazzo a creare veramente, ossia non solamente a giocare, ma a creare dei programmi di apprendimento e di evoluzione.
Altri livelli di applicazione sono tutti i campi del commercio, delle attività tecniche, delle attività scientifiche. Come esempi, anche se particolari, sono da citare inoltre le applicazioni di questi sistemi in laboratorio, in cui il sistema è collegato a strumenti di misura con elaborazione dei relativi dati, oppure per la gestione di canali telefonici per radio private, o ancora come titolatrice per TV private. È difficile comunque dire ora esattamente chi è l'utente tipico. Dalle domande che ci vengono poste, diciamo tutti.
Come la HOMIC affronta il problema dell'assistenza?
È un problema certamente molto sentito, e direi che la maggior parte delle domande del cliente riguardano il problema dell'assistenza. Le nostre macchine sono innanzitutto fornite con una garanzia di tre mesi, che è una garanzia totale della macchina. Forniamo inoltre dei contratti di assistenza e di manutenzione di durata annuale, che garantiscono all'utente finale di avere una macchina sempre funzionante. Possono essere dei contratti di tipo preventivo oppure dei contratti su richiesta. Abbiamo poi un altro tipo di contratto, che noi chiamiamo di pronta sostituzione: data la modularità delle macchine, è fatta la sostituzione del pezzo avariato, che può essere la scheda, o il singolo componente, per poi ripararlo in laboratorio.
PLAE: un nome nuovo
La PLAE è un nome non molto noto nel campo del personal computer, per cui è d'obbligo saperne di più e come azienda e come prodotti.
La PLAE è una giovane azienda nata alla fine del 1977 come settore staccato della ELPA, nome che crediamo sia più conosciuto, in quanto come ELPA operiamo da oltre 20 anni nel campo dell'elettronica industriale (automazione, telecomunicazioni, etc.) in Italia e all'estero.
La nascita della PLAE risponde alla logica di affrontare in maniera specializzata il settore dei microprocessori e delle relative applicazioni industriali, avvalendoci in questo del notevole background acquisito come ELPA. È chiaro quindi che l'intervento nel campo delle realizzazioni di microcomputers è stato un obiettivo abbastanza naturale da perseguire, e di fatto oggi siamo in grado di presentare un nostro personal computer, chiamato DELTA 1, per venire incontro alle esigenze di questo settore con un prodotto valido e competitivo.
il DELTA 1 è stato costruito attorno alle schede della Synertek (quindi ha come CPU il 6502), sulle quali siamo intervenuti per fornire prestazioni che sono nettamente superiori a quelle delle singole schede. Inoltre abbiamo curato con particolare attenzione l'aspetto estetico, e di fatto il sistema presenta una veste che permette un inserimento gradevole sia in un ambiente professionale che in un ambito domestico: in particolare può essere inserito in una valigetta ventiquattrore, dato il profilo molto piatto, come una modernissima macchina da scrivere.
L'interfaccia verso l'utente è costituita da una tastiera ASCII di 54 tasti per 126 caratteri (minuscole, maiuscole, segni d'interpunzione e speciali) e da un TV domestico collegabile direttamente in antenna. Per usi più professionali è possibile l'interfacciamento a un monitor TV. È fornito quindi di un connettore DB 25 per l'interfacciamento con terminali EIA RS232 (ad es. una stampante seriale), cioè i più universali possibile.
Infine come periferica di massa abbiamo ovviamente utilizzato la cassetta magnetica per ragioni di economicità (è controproducente inserire periferiche di costo superiore a quello della CPU) e di mercato, in quanto il DELTA 1 è un personal/home computer destinato a un largo pubblico.
È chiaro comunque che questo sistema rappresenta un punto di partenza per ulteriori sviluppi, per cui la PLAE si sta dedicando, oltre che alla produzione del DELTA 1, che già assorbe una notevole parte delle sue capacità produttive, anche allo sviluppo di sistemi gestionali per operatori commerciali, punti di vendita, etc.
La politica della PLAE è quella di seguire con estrema attenzione e con estrema professionalità le richieste del mercato.
UNICOMP, i personal professionali
La UNICOMP ha del mercato Personal Computer un'idea estremamente precisa ma altrettanto differente da quella delle altre società operanti in questo settore. Che cosa propone e a quale utenza?
La UNICOMP si presenta essenzialmente con dei prodotti orientati, più che al mercato hobbistico, al mercato della piccola azienda, del commercialista, dell'avvocato, del grosso negozio, cioè di chi vuole impiegare il personal computer o come strumento di gestione, o come strumento di calcolo, ma in ogni caso principalmente come strumento professionale. Noi riteniamo che il grosso del mercato risieda nelle applicazioni di tipo gestionale, nelle applicazioni di tipo tecnico (calcolo tecnico-scientifico, di struttura, calcoli termici, etc.)
È possibile che il mercato dell'hobbistica o dell'impiego personale si sviluppi e acquisti delle dimensioni veramente ragguardevoli; noi però riteniamo che in questo momento la chance maggiore stia nel mercato professionale e nel mercato dell'applicazione gestionale.
I prodotti che la UNICOMP possiede derivano da un'esperienza di quasi un anno di lavoro. Sono prodotti passati attraverso un vaglio di prove pratiche, di valutazioni tecniche e di valutazioni teoriche (sia di affidabilità, sia di qualità software). L'idea originale di restare sul mercato di compatibilità S-100 rimane ancora uno dei punti più validi. Questo è dovuto alla compatibilità software, cioè alla disponibilità di un sistema operativo, il CP/M, che ha un eccellente corredo di linguaggi (COBOL, FORTRAN, BASIC), il che permette di intercambiare in modo immediato i programmi su tutte le macchine di questa linea.
I prodotti che attualmente la UNICOMP maggiormente spinge e commercializza sono il Sorcerer della Exidy che ha il vantaggio di nascere anche come sistema hobbistico, ma che però può crescere e diventare un piccolo sistema gestionale; l'Horizon della North Star, che è un sistema che noi riteniamo di eccellente qualità, sia per le caratteristiche intrinseche della macchina (velocità di elaborazione, capacità di archiviazione, affidabilità della macchina), sia per il corredo software (proprio in questi giorni è stato annunciato dalla North Star il linguaggio Pascal). A livello maggiore si trova il Cromemco, che ormai è arrivato alla soglia del microcomputer. Sul Cromemco è stato annunciato il disco da 10 Megabyte, quindi può montare sia floppy IBM compatibili, sia unità a dischi in tecnologia Winchester con dei costi veramente competitivi. Questo per quanto riguarda i prodotti.
Per quanto riguarda l'approccio commerciale, noi riteniamo che il miglior canale di commercializzazione di queste macchine sia il negozio: ossia una organizzazione che abbia un suo mercato locale e che quindi sia conosciuta localmente, permettendo così di mantenere bassi i costi di commercializzazione. Questo è un primo punto.
Un secondo punto riguarda l'assistenza. Per quanto questi sistemi siano di costo contenuto, essi vanno in un ambiente in cui diventano uno strumento di gestione e di operazioni vitali, e quindi richiedono un'assistenza praticamente dello stesso livello dei grossi computers. L'azienda che faccia su una macchina di questo genere una contabilità generale, una fatturazione, etc., deve avere la macchina funzionante, deve avere dei programmi ragionevolmente buoni e deve avere tutte quelle caratteristiche che si trovano normalmente su computers più grandi. Pertanto, noi riteniamo fondamentale per un discorso personal computer applicato alla gestione un'assistenza capillare, brevi tempi di intervento, buone risorse software.
La UNICOMP fornisce, insieme al sistema, software applicativo?
Nell'ambito dell'intervento nell'ambiente gestionale, la UNICOMP ha ritenuto di dover sviluppare, utilizzando il know how aziendale, pacchetti software gestionali. Noi riteniamo che il costo dello sviluppo di un buon pacchetto software - e con buon pacchetto software intendo essenzialmente un pacchetto che sia affidabile, facilmente personalizzabile, facilmente modificabile, che consenta veramente di risolvere un problema aziendale - sia decisamente troppo alto per un piccolo negozio o per un piccolo dealer.
Un buon pacchetto software richiede un know how aziendale consolidato e richiede un'esperienza, delle risorse di programmazione e dei costi che vanno al di là di quello che può essere gestito profittevolmente su un piccolo numero di installazioni. Perciò noi abbiamo ritenuto di sviluppare un sistema di gestione aziendale (contabilità generale, fatturazione, gestione magazzino) che offriamo come pacchetto gestionale.
Questo anche perché valutiamo che, mentre la vendita di packages è abbastanza difficile su macchine di alto valore e di elevato costo, a causa delle applicazioni che cambiano notevolmente da azienda ad azienda, su questo livello di macchina la omogeneità delle applicazioni è abbastanza alta per poter offrire, insieme al sistema, dei pacchetti di software facilmente personalizzabili.
Quindi noi riteniamo che la fornitura di software applicativo sia una parte fondamentale e vitale del nostro programma di vendita nell'ambiente gestionale, perché permette ai nostri agenti di partire immediatamente, di evitare quei costi di sviluppo che secondo noi sono veramente molto alti.
Pertanto, nella nostra filosofia di vendita, il nostro distributore o il nostro rivenditore non è semplicemente un distributore. Non vende soltanto i prodotti, ma è in grado di fornire un'assistenza completa, vale a dire sia un'assistenza hardware, sia un'assistenza software. Un nostro distributore deve essere in grado di dare in primo luogo una applicazione chiavi in mano, e deve essere in grado di fornire successivamente, man mano che le esigenze del suo cliente si ampliano, il necessario supporto.
Dove siete presenti come rete di distribuzione?
Attualmente siamo presenti in tutto il nord Italia, in parte nel centro Italia e in Sicilia. Il nostro piano è di coprire interamente l'Italia entro il 1979. Chi ha interesse ai nostri prodotti? Moltissime organizzazioni; le organizzazioni nascenti, o in modo molto più attivo i rivenditori di macchine per ufficio, i quali già si indirizzano al mercato adatto (essendo già in contatto con la clientela adatta a recepire questo nuovo tipo di prodotto) e quindi possono svolgere un'attività di mercato veramente notevole e penetrante.
SKYLAB: una proposta differenziata
Qual è la proposta SKYLAB nel settore del personal computer?
La SKYLAB intende operare in questo settore rivolgendosi a quei clienti potenzialmente interessati ma professionalmente poco preparati nella utilizzazione dei personal computers e dei microcomputers. Esiste una notevole curiosità nel settore, ma esiste anche un'argomentazione piuttosto generica circa i campi di applicazione. Come effettivo e tangibile esempio di applicazione devono essere indicate non solo le applicazioni dei giochi che, per quanto interessanti, risultano a mio parere piuttosto limitative, ma anche le applicazioni gestionali delle cui possibilità molti già si rendono conto, e soprattutto (e penso sia questa la nostra particolarità) le applicazioni di controllo industriale.
A tal fine nel nostro stand presentiamo un'applicazione di controllo di un modello di ferrovia in miniatura. Con questo esempio vogliamo dare una dimostrazione di come sia possibile effettuare un controllo industriale: i vagoni del modello possono essere considerati i carrelli di un cementificio o di una fabbrica di mangimi, le varie stazioni di lavoro di una macchina transfert. Queste sono le possibilità applicative concrete.
Attualmente noi e i nostri consulenti stiamo lavorando a un'applicazione molto interessante, diretta ai calzaturifici: l'ipotesi è, avendo un modello di scarpa, determinare da calcolatore tutte le misure. Questo vuol dire intervenire in un processo di lavorazione industriale in modo nuovo: nel nostro caso una volta stabilito il design della scarpa, è possibile passare alla fase esecutiva in un tempo estremamente breve.
Il discorso è valido anche in tutti quei settori (ad es. quello dell'abbigliamento) in cui si lavora su una grandissima quantità di variabili che devono essere conteggiate e valutate nel più breve tempo possibile, e nei quali il contributo umano, per lavori di routine, può portare errori che si ripercuotono immediatamente sull'efficienza del ciclo produttivo.
L'attività della SKYLAB è comunque esclusivamente un'attività commerciale. Ma naturalmente ci rendiamo conto che in questo settore non è possibile proporre esclusivamente il prodotto senza dare un adeguato supporto e comunque un adeguato aiuto alla utilizzazione da parte del cliente. Pertanto la nostra attività ha sostanzialmente due canali: un'attività esclusivamente di vendita dei prodotti a utilizzatori che conoscono già le modalità d'uso e si rendono conto delle possibilità applicative dei sistemi che noi proponiamo; un'altra proposta che facciamo è quella della realizzazione e della vendita di sistemi completi di controllo e di gestione (in ciò avvalendoci di ditte legate alla SKYLAB da particolari forme di contratto), con sviluppo del software relativo ed eventualmente di quelle interfacce e di quelle periferiche che si rendessero necessarie per la utilizzazione specifica.
Però quello che riteniamo ci possa distinguere da molte ditte che operano in questo settore è la nostra possibilità di fornire una vasta gamma di periferiche a questi sistemi. In questo settore infatti abbiamo visto un'esplosione di unità centrali a tutti i livelli, ma una grande carenza di unità periferiche che si rendono indispensabili per applicazioni di tipo industriale o di tipo gestionale e scientifico. Quindi la nostra cura è stata appunto nella ricerca di quei prodotti che potessero garantire la completa espandibilità e l'uso professionale di queste apparecchiature.
Per quanto riguarda invece l'aspetto di sviluppo software e l'aspetto di realizzazione hardware specifica, per l'impiego di tali sistemi in utilizzazioni particolari, come ho accennato prima, noi ricorriamo a ditte collegate con determinati tipi di contratti con la SKYLAB. La SKYLAB rimane però l'unica interfaccia con l'utilizzatore.
BIT 79, prima rassegna del microprocessore e del personal computer, quali indicazioni ha fornito?
L'utilità di BIT 79 è stata innegabile; la mostra è servita fra l'altro a diffondere la conoscenza di questi sistemi estremamente economici e molto potenti fra un largo pubblico. Ho notato una notevole curiosità, ma anche una sostanziale impreparazione. È indicativo il fatto che molti non si rendano conto dei problemi che possono risolvere nelle loro aziende e delle possibili utilizzazioni a livello personale. Certo una mostra di tal genere, che presentava in parallelo una serie di conferenze, è stata estremamente utile, perché ha fornito a quanti oggi sono interessati indicazioni e suggerimenti di utilizzazione di questi sistemi.
[Quello che segue è il resoconto del BIT 79, prima fiera italiana di rilievo dedicata al personal computer, che si svolse a Milano dal 6 al 9 giugno del 1979. Tra i molti interventi presentati, è di particolare interesse (vista la generale scarsità di informazioni) quello relativo alla Harden, primo importatore italiano dei computer della Commodore.]
BIT '79: una mostra già troppo stretta
a cura della Redazione
Sono stati quattro giorni entusiasmanti. La prima rassegna del personal computer, organizzata dal nostro gruppo editorile e dall'International Marketing Center, ha avuto un successo che è andato al di là di ogni previsione, confermando la vastità di un fenomeno e l'interesse per un settore che, benché nuovo, è ricco ormai di numerosissimi prodotti (per la maggior parte di importazione, evidenziando anche in questo caso una caratteristica marcata del settore elettronico) e che comunque vede numerose aziende italiane presenti non solo nell'attività di commercializzazione, ma anche in quella di realizzazione.
La rassegna è quindi stata la prima verifica della validità di un settore in cui BIT come iniziativa editoriale è stata la prima a credere e che, nei limiti delle sue possibilità, ha contribuito a diffondere. Ed è stata un successo anche per le aziende che hanno partecipato, le quali hanno confermato una presenza di visitatori al di sopra delle loro previsioni e che nella pratica ha voluto dire il restare a secco di dépliants negli ultimi giorni e l'essere assediati in stands rivelatisi di conseguenza troppo piccoli.
A battenti chiusi, occorre fare delle considerazioni, la prima delle quali è quella di evidenziare che chi vedeva nel personal computer il giocattolo da regalare a Natale, ebbene è stato smentito.
La convinzione degli operatori del settore e nostra, confermata, qualora ce ne fosse bisogno, da quanto si è visto e ascoltato nei giorni della rassegna, è l'interesse o meglio l'urgenza, da parte di un'utenza molto vasta e di varia estrazione, verso strumenti di elaborazione di costo contenuto, di immediata applicazione, di semplice operatività. Il rapportare queste istanze di prodotti, però, non è altrettanto immediato, soprattutto quando si considera che un'utenza di massa è portatrice di richieste estremamente diversificate se non addirittura incerte, in ciò stimolata da un errato concetto di strumenti di elaborazione a basso costo, o più generalmente di computers.
Oggi comunque la presenza di prodotti di differenti prestazioni e le iniziative ormai capillari di diffusione degli stessi, senz'altro contribuiscono a individuare con maggior cognizione i settori di applicazione; d'altra parte l'interesse ufficioso verso questa fascia d'utenza da parte delle grosse società EDP (IBM, Hewlett Packard, etc.) è indicativo delle prospettive verso cui ci si muove. Il recente annuncio della Texas Instruments, che ha finalmente presentato in America il suo home computer è, pensiamo, il primo passo.
BIT 79 non ha avuto il beneficio di un annuncio equivalente (d'altra parte l'occasione in cui è stato presentato l'home computer TI è stato il recentissimo Consumer Electronics Show, tenutosi a Chicago negli stessi giorni di BIT 79); ciononostante i prodotti presentati sono stati una novità per la maggior parte dei visitatori, che hanno avuto fra l'altro l'occasione di verificare praticamente le capacità dei vari sistemi.
Si è detto all'inizio che BIT 79 è stata la prima verifica di una nuova utenza dei sistemi a microprocessore e che in tal senso è stata positiva. È chiaro comunque che l'ampiezza di questo settore è già tale che BIT 79 non ha potuto accogliere tutte le aziende che vi intervengono, soprattutto per ragioni organizzative, per cui se da una parte si è ritenuto utile avere direttamente dalla maggior parte degli operatori presenti alla rassegna indicazioni sulle proprie modalità d'intervento, d'altra parte riteniamo altrettanto indispensabile allargare in seguito il discorso allo scopo di dare una immagine il più possibile ampia e completa del settore.
EDICONSULT: sistemi a pronta consegna
Intervista al Dott. Lodà - Amministratore Unico della Ediconsult
La EDICONSULT è una società commerciale che presenta fondamentalmente due classi di prodotti. Quali?
La EDICONSULT tratta due tipi fondamentali di microcomputers. Il primo tipo è quello del personal computer, ossia sistemi orientati verso l'utenza personale, vista come utenza domestica, hobbistica e di piccoli enti, quali lo studio tecnico, la piccolissima azienda, il negozio, e così via. Per questo tipo di utenza noi proponiamo una serie di computers sia della Ohio Scientific che di altre case.
L'altro tipo di prodotti è quello che in inglese è chiamato small business computer. È da chiarire che il mercato dei microcomputers orientati verso la piccola o la media utenza gestionale va affrontato che tecniche di commercializzazione nettamente differenti da quelle da adottare per il mercato del personal computer; ossia, a macchine diverse si associano canali di marketing diversi. Per quel che riguarda dunque il mercato dello small business o piccola-media utenza, la EDICONSULT offre tutta una gamma di prodotti, che sono validissimi ai fini della soluzione di un problema che direi ormai decennale, quello di poter offrire a un piccolo utente un computer gestionale a un costo compatibile con le possibilità econonomiche dell'azienda.
In questo caso ovviamente si entra in concorrenza con quei colossi del campo dell'EDP che toccano questa fascia di mercato. La EDICONSULT, rispetto a questi colossi, offre un computer altrettanto valido, e tale comunque da presentare caratteristiche di affidabilità di software di base e di software applicativo paragonabili. Gli elaboratori che svolgono questo tipo di funzione sono chiaramante elaboratori della fascia alta dell'Ohio Scientific (cioè la serie Challenger 3), oppure elaboratori Alpha Microsystems, Cromemco e aziende similari.
Qual è il supporto fornito?
Per quanto concerne il personal computer, ci presentiamo all'utente finale tramite una rete dettagliata di rivenditori in tutta Italia. Questa rete di rivenditori è in grado di fornire assistenza tecnica e assistenza software. In tal modo riteniamo di poter fornire insieme al sistema un pacchetto completo di assistenza. Pertanto i nostri clienti hanno la garanzia di acquistare un computer che ha non solo una validità attuale, ma anche una validità futura.
Nello stesso tempo siamo presenti a livello internazionale nel campo dell'acquisizione e in quello delle ricerche di mercato, onde poter fornire sempre dell'hardware e del software adeguati ai progressi del momento in cui vendiamo.
Per quel che riguarda invece lo small business computer, che poi in effetti non è destinato solo alle piccole imprese, ma anche alle medie, noi offriamo i computers di quattro grandi case (se andassimo oltre, non potremmo fornire un'assistenza adeguata) e teniamo un contatto diretto con le case costruttrici per poter continuamente aggiornare sia l'hardware che il software.
Anche per gli small business computers raggiungiamo l'utente finale tramite concessionari, che in questo caso sono spesso delle software houses, piuttosto che dei semplici rivenditori. Queste case di software contribuiscono alla personalizzazione di pacchetti di software applicativo orientandolo specificamente verso le esigenze dell'utente finale.
In questo campo annunciamo una politica tipica della EDICONSULT: noi non venderemo esclusivamente macchine, ma venderemo software di base e software applicativo insieme alle macchine. I nostri concessionari avranno un insieme completo di hardware, di software di base e di software applicativo da offrire, garantendo così all'utente finale un lavoro coordinato e standardizzato, sia in campo fiscale che nel campo delle proceduristiche aziendali.
Qual è la sua opinione su questo fenomeno?
Attualmente, tanto in America, dove è sorto il fenomeno del microcomputer, che in Europa, e in particolare in Italia, il mercato è molto confuso, in quanto accanto ad aziende molto serie operano aziende che si pongono in un modo che secondo me non è tale da risolvere il problema del cliente. Addirittura, e non è un'affermazione mia, esiste una vera e propria pirateria nel settore dei microcomputer. Quindi tengo a ribadire che la EDICONSULT non intende fare della vendita pirata, ma una vendita onesta, una vendita corretta.
È per questo che ci preoccupiamo di assicurare al cliente, primo, una distribuzione di prodotti validi, secondo, la certezza che i prodotti venduti saranno garantiti con una costante assistenza, una distribuzione continua di parti di ricambio e una continuità di fornitura del software, per cui potranno essre funzionanti in ogni momento anche nel futuro.
Il grosso problema oggi nel settore del microcomputer è che su 20 o 30 aziende che costruiscono microcomputers sono da considerare valide solo 4 o 5, cioè quelle che non solo forniscono un computer completamente valido sul piano hardware e sul piano del software di base e applicativo, ma nello stesso tempo forniscono pezzi di ricambio affidabili e nella quantità giusta per poter assistere un mercato straniero.
La EDICONSULT pertanto si impegna a un servizio completo di assistenza, garantendo un hardware che può essere rifornito di parti di ricambio anche fra due, tre, quattro o cinque anni, anche dopo che l'hardware stesso sia stato modificato.
Un'ultima cosa, come amministratore della EDICONSULT tengo a ribadire: noi riteniamo che un'azienda, per poter lavorare in questo settore in modo da riuscire a svolgere una funzione valida per l'utente finale, debba avere, sin dal punto di vista finanziario che da quello degli impianti, dimensioni che le permettano di tenere a magazzino tutta la fascia di computers che si devono vendere, perché solo così è possibile garantire un'assistenza completa e una distribuzione efficace. Oggi, la EDICONSULT si vanta di essere probabilmente l'unica azienda in questo campo che può mostrare un magazzino pieno non solo di parti di ricambio, ma di computers pronti per la consegna.
HARDEN: un'organizzazione efficiente
Intervista al Sig. Bonezzi - Direttore Commerciale della Harden - Divisione elettronica
La HARDEN è stata la prima azienda italiana che ha introdotto il personal computer nel nostro Paese, e più precisamente il PET della Commodore. È naturale, pertanto, chiedere alla HARDEN di fare il punto su questo fenomeno.
Quella che, all'inizio del 1978, sembrava un'avventura, e a dispetto di chi considerava il personal computer poco più che un giocattolo, sta rivelandosi invece un'operazione utile per tutto questo mercato. Prima di tutto perché il personal computer in generale, e il PET in particolare, risulta tutt'altro che un giocattolo, e in secondo luogo perché il personal computer ha oggi raggiunto un livello tale che consente finalmente di dotare piccole aziende, professionisti e altri tipi di utilizzatori di un mezzo valido per risolvere i loro problemi di lavoro, a un prezzo accessibile.
Il PET della Commodore è indubbiamente un computer che non solo ha fatto parlare di sé, ma che offre un rapporto prezzo/prestazioni estremamente interessante. La Commodore, che fino al 1976 aveva prodotto solo beni di consumo nel settore elettronico, per prima nel mondo ha avuto l'idea di costruire qualche cosa di più di un semplice calcolatore portatile più o meno sofisticato, vale a dire di creare un computer da vendere a livello consumer. Il successo è stato strepitoso, e ora la Commodore sta potenziando la sua produzione per soddisfare pienamente le esigenze dei paesi europei: chiaramente in questo ha dovuto dare la precedenza ai due mercati maggiori, cioè a quello inglese e a quello tedesco. Però abbiamo anche l'orgoglio di affermare che dopo quello inglese e quello tedesco viene il mercato italiano.
Infatti noi in questa mostra esponiamo la nuova serie 3001 dotata di floppy-disk e stampanti Commodore, avuta immediatamente dopo Inghilterra e Germania, mentre invece altri paesi europei dovranno attendere settembre. Questo ci fa molto piacere, perché come HARDEN siamo riusciti a dimostrare alla Commodore una sufficiente intraprendenza commerciale, che ci ha consentito di metterci al terzo posto in Europa.
Per concludere, ritengo che molti problemi a livello professionale, a livello industriale, a livello commerciale possano essere risolti con il personal computer, in quanto esso fornisce ad aziende, a operatori tecnici, a ingegneri, architetti, geometri, avvocati, medici, etc., uno strumento di facile e immediata utilizzazione che smitizza tecnicamente e come costo il mondo dell'informatica.
Qual è la vostra strategia nella distribuzione del PET?
Devo premettere innanzitutto che la Commodore dà ai suoi distributori nazionali delle precise disposizioni alle quali gli stessi distributori, e noi in particolare per l'Italia, devono attenersi. Il traguardo della Commodore è quello di avere entro il 1980 almeno un distributore in ogni capoluogo di provincia. Attualmente la rete costituita dalla HARDEN tocca tutte le regioni; in particolare i distributori della HARDEN sono 47. Non abbiamo ancora tuttavia assolto all'impegno preso con la Commodore di avere un distributore in ogni capoluogo di pronvincia. Diciamo che la distanza media che separa oggi un nostro centro di vendita dall'utilizzatore non supera i 100 Km. Chiaramente, quando avremo completato la rete di distribuzione, il fatto di essere presenti in ogni capoluogo di provincia risolverà anche i problemi di capillarità in ordine sia alla distribuzione sia all'assistenza software e hardware.
Infatti ogni distributore deve avere non solo una struttura caratterizzata da una evidente proiezione di carattere commerciale, ma anche la capacità di fornire supporto di software e di hardware. Quindi il nostro principale sforzo è attualmente quello di consolidare e migliorare i requisiti che ogni distributore deve avere.
Perché questa impostazione capillare, e soprattutto organizzata in questo modo? In primo luogo perché prevediamo una diffusione di massa, in secondo luogo perché i distrbutori locali siano nelle condizioni di soddisfare meglio e più puntualmente la possibile clientela.
Pertanto provvediamo a preparare tecnicamente il personale dei nostri distributori perché sia in grado di rispondere prontamente e con competenza alle richieste di assistenza tecnica o di programmazione. Inoltre i programmi sviluppati dai vari distributori locali sono centralizzati presso un nostro ufficio, il quale provvede a distribuirne la lista a tutti gli altri, per cui se, ad esempio, a Reggio Calabria è stato già realizzato un dato programma, si evita di sprecare risorse sullo stesso problema.
Questo permette ai nostri distributori di intervenire tempestivamente in tutti quei campi che prima ho citato. Riteniamo che una organizzazione, impostata nel modo che ho ricordato e capace di assolvere alle problematiche più varie, rappresenterà molto presto un esempio più unico che raro anche in Italia, in quanto non mi risulta che esista un'organizzazione che possa coprire un fronte così vasto di necessità, e che sia capillarmente diffusa anche a livello di assistenza software e hardware.
Quali sono oggi i settori di impiego del PET?
Con l'avvento della nuova serie 3001, e soprattutto con l'avvento dei floppy-disk e delle stampanti, le problematiche che prima richiedevano delle soluzioni "acrobatiche", oggi sono risolte con minore impegno, con più elasticità, con maggiori possibilità.
Il PET permette inoltre ulteriori prestazioni dovute al fatto che ha un bus di uscita totalmente gestito dal computer stesso, sia come input, sia come output; in aggiunta ha anche un real time clock anch'esso accessibile via software. Delle numerose applicazioni fatte sfruttando queste caratteristiche, mi limiterò ad alcune solamente. Ad esempio il PET è stato utilizzato per gestire strumentazione estremamente sofisticata. Ci sono quindi applicazioni a livello medicale, di controllo di reti elettriche tramite una serie di strumenti (voltmetri, frequenzimetri) continuamente monitorati e con registrazione periodica dei dati oppure al verificarsi di condizioni anormali. Un'altra applicazione di cui abbiamo notizia è l'utilizzazione del PET per gestire lavori di macchine automatiche.
Un'ulteriore applicazione si è avuta nel settore dei radioamatori, vale a dire il PET si sintonizza automaticamente a un determinato orario (attraverso il real time clock) con il radioamatore di una città lontana, registrando il messaggio ed eventualmente lasciandone un altro precedentemente registrato.
Queste applicazioni danno la misura della versatilità di questo computer. Chiaramente non pensiamo che queste siano le applicazioni principali. Certo è che anche in questi campi finalmente anche l'elettronica ha messo a disposizione un mezzo fino a ieri sicuramente impensato e impensabile.
HOMIC: sfatare un mito
Intervista al Sig. Franchini - Direttore Vendite della Homic
Con quale filosofia la HOMIC, come società commerciale, affronta il discorso del personal computer?
Il nostro intento è quello di diffondere, per quanto possibile, l'uso e l'impiego di questi microelaboratori, di sistemi cioè estremamente capaci, molto versatili, di prezzo contenuto e che possono quindi raggiungere un pubblico vastissimo, che al momento non sa ancora che cosa può fare con queste macchine e che è convinto che siano macchine inavvicinabili, sia dal punto di vista operativo che dal punto di vista prezzo. Il nostro scopo è cercare di sfatare questo mito, fornendo macchine di prezzo contenuto, molto semplici da usare, che quindi possono essere usate direttamente dall'acquirente.
Questo nostro approccio è evidenziato dai prodotti che distribuiamo in esclusiva e che sono l'SWTPC (che è una macchina di un produttore americano per applicazioni tipicamente di carattere gestionale), il TRS-80 della Radio Shack e il Nascom, che è un piccolo calcolatore fornito o in kit o già montato.
La nostra politica commerciale è in relazione alle caratteristiche e alla espansione che il mercato del personal computer avrà ed è perciò quella di non creare una rete di distribuzione esclusiva, ma di avere fornitori a livello OEM oppure di rappresentanza che perseguano dei canali ben precisi, cioè persone che abbiano una competenza tecnica per settori di applicazione e di conseguenza la possibilità di intervenire a livello capillare in quel settore; con questa ottica stiamo creando una rete di distribuzione che copre praticamente tutto il territorio. Comunque oggi abbiamo distributori per la Sicilia e la Calabria, un distributore a Roma, uno a Udine, uno a Modena, uno a Genova e uno a Torino. Altri distributori coprono, insieme a noi, la zona Milano, nord Milano, che è la zona più estesa con un mercato vastissimo, e quindi tutto l'hinterland milanese.
Chi possono essere gli utenti di questi sistemi?
L'esperienza di questi mesi ci porta a dire che gli utenti possono essere tutti, senza nessuna distinzione. Innanzitutto c'è il "livello casa", ossia una persona che vuole una macchina per tenere la contabilità domestica, l'elenco telefonico, il registro delle scadenze, o che al limite vuole giocare. A questo punto noi vogliamo portare avanti, e speriamo moltissimo di aver successo, il discorso dell'apprendimento, cioè la macchina che aiuta il ragazzo a creare veramente, ossia non solamente a giocare, ma a creare dei programmi di apprendimento e di evoluzione.
Altri livelli di applicazione sono tutti i campi del commercio, delle attività tecniche, delle attività scientifiche. Come esempi, anche se particolari, sono da citare inoltre le applicazioni di questi sistemi in laboratorio, in cui il sistema è collegato a strumenti di misura con elaborazione dei relativi dati, oppure per la gestione di canali telefonici per radio private, o ancora come titolatrice per TV private. È difficile comunque dire ora esattamente chi è l'utente tipico. Dalle domande che ci vengono poste, diciamo tutti.
Come la HOMIC affronta il problema dell'assistenza?
È un problema certamente molto sentito, e direi che la maggior parte delle domande del cliente riguardano il problema dell'assistenza. Le nostre macchine sono innanzitutto fornite con una garanzia di tre mesi, che è una garanzia totale della macchina. Forniamo inoltre dei contratti di assistenza e di manutenzione di durata annuale, che garantiscono all'utente finale di avere una macchina sempre funzionante. Possono essere dei contratti di tipo preventivo oppure dei contratti su richiesta. Abbiamo poi un altro tipo di contratto, che noi chiamiamo di pronta sostituzione: data la modularità delle macchine, è fatta la sostituzione del pezzo avariato, che può essere la scheda, o il singolo componente, per poi ripararlo in laboratorio.
PLAE: un nome nuovo
Intervista al Sig. Paderni - Amministratore Unico della PLAE
La PLAE è un nome non molto noto nel campo del personal computer, per cui è d'obbligo saperne di più e come azienda e come prodotti.
La PLAE è una giovane azienda nata alla fine del 1977 come settore staccato della ELPA, nome che crediamo sia più conosciuto, in quanto come ELPA operiamo da oltre 20 anni nel campo dell'elettronica industriale (automazione, telecomunicazioni, etc.) in Italia e all'estero.
La nascita della PLAE risponde alla logica di affrontare in maniera specializzata il settore dei microprocessori e delle relative applicazioni industriali, avvalendoci in questo del notevole background acquisito come ELPA. È chiaro quindi che l'intervento nel campo delle realizzazioni di microcomputers è stato un obiettivo abbastanza naturale da perseguire, e di fatto oggi siamo in grado di presentare un nostro personal computer, chiamato DELTA 1, per venire incontro alle esigenze di questo settore con un prodotto valido e competitivo.
il DELTA 1 è stato costruito attorno alle schede della Synertek (quindi ha come CPU il 6502), sulle quali siamo intervenuti per fornire prestazioni che sono nettamente superiori a quelle delle singole schede. Inoltre abbiamo curato con particolare attenzione l'aspetto estetico, e di fatto il sistema presenta una veste che permette un inserimento gradevole sia in un ambiente professionale che in un ambito domestico: in particolare può essere inserito in una valigetta ventiquattrore, dato il profilo molto piatto, come una modernissima macchina da scrivere.
L'interfaccia verso l'utente è costituita da una tastiera ASCII di 54 tasti per 126 caratteri (minuscole, maiuscole, segni d'interpunzione e speciali) e da un TV domestico collegabile direttamente in antenna. Per usi più professionali è possibile l'interfacciamento a un monitor TV. È fornito quindi di un connettore DB 25 per l'interfacciamento con terminali EIA RS232 (ad es. una stampante seriale), cioè i più universali possibile.
Infine come periferica di massa abbiamo ovviamente utilizzato la cassetta magnetica per ragioni di economicità (è controproducente inserire periferiche di costo superiore a quello della CPU) e di mercato, in quanto il DELTA 1 è un personal/home computer destinato a un largo pubblico.
È chiaro comunque che questo sistema rappresenta un punto di partenza per ulteriori sviluppi, per cui la PLAE si sta dedicando, oltre che alla produzione del DELTA 1, che già assorbe una notevole parte delle sue capacità produttive, anche allo sviluppo di sistemi gestionali per operatori commerciali, punti di vendita, etc.
La politica della PLAE è quella di seguire con estrema attenzione e con estrema professionalità le richieste del mercato.
UNICOMP, i personal professionali
Intervista all'Ing. Focardi - Direttore Commerciale della Computeria
La UNICOMP ha del mercato Personal Computer un'idea estremamente precisa ma altrettanto differente da quella delle altre società operanti in questo settore. Che cosa propone e a quale utenza?
La UNICOMP si presenta essenzialmente con dei prodotti orientati, più che al mercato hobbistico, al mercato della piccola azienda, del commercialista, dell'avvocato, del grosso negozio, cioè di chi vuole impiegare il personal computer o come strumento di gestione, o come strumento di calcolo, ma in ogni caso principalmente come strumento professionale. Noi riteniamo che il grosso del mercato risieda nelle applicazioni di tipo gestionale, nelle applicazioni di tipo tecnico (calcolo tecnico-scientifico, di struttura, calcoli termici, etc.)
È possibile che il mercato dell'hobbistica o dell'impiego personale si sviluppi e acquisti delle dimensioni veramente ragguardevoli; noi però riteniamo che in questo momento la chance maggiore stia nel mercato professionale e nel mercato dell'applicazione gestionale.
I prodotti che la UNICOMP possiede derivano da un'esperienza di quasi un anno di lavoro. Sono prodotti passati attraverso un vaglio di prove pratiche, di valutazioni tecniche e di valutazioni teoriche (sia di affidabilità, sia di qualità software). L'idea originale di restare sul mercato di compatibilità S-100 rimane ancora uno dei punti più validi. Questo è dovuto alla compatibilità software, cioè alla disponibilità di un sistema operativo, il CP/M, che ha un eccellente corredo di linguaggi (COBOL, FORTRAN, BASIC), il che permette di intercambiare in modo immediato i programmi su tutte le macchine di questa linea.
I prodotti che attualmente la UNICOMP maggiormente spinge e commercializza sono il Sorcerer della Exidy che ha il vantaggio di nascere anche come sistema hobbistico, ma che però può crescere e diventare un piccolo sistema gestionale; l'Horizon della North Star, che è un sistema che noi riteniamo di eccellente qualità, sia per le caratteristiche intrinseche della macchina (velocità di elaborazione, capacità di archiviazione, affidabilità della macchina), sia per il corredo software (proprio in questi giorni è stato annunciato dalla North Star il linguaggio Pascal). A livello maggiore si trova il Cromemco, che ormai è arrivato alla soglia del microcomputer. Sul Cromemco è stato annunciato il disco da 10 Megabyte, quindi può montare sia floppy IBM compatibili, sia unità a dischi in tecnologia Winchester con dei costi veramente competitivi. Questo per quanto riguarda i prodotti.
Per quanto riguarda l'approccio commerciale, noi riteniamo che il miglior canale di commercializzazione di queste macchine sia il negozio: ossia una organizzazione che abbia un suo mercato locale e che quindi sia conosciuta localmente, permettendo così di mantenere bassi i costi di commercializzazione. Questo è un primo punto.
Un secondo punto riguarda l'assistenza. Per quanto questi sistemi siano di costo contenuto, essi vanno in un ambiente in cui diventano uno strumento di gestione e di operazioni vitali, e quindi richiedono un'assistenza praticamente dello stesso livello dei grossi computers. L'azienda che faccia su una macchina di questo genere una contabilità generale, una fatturazione, etc., deve avere la macchina funzionante, deve avere dei programmi ragionevolmente buoni e deve avere tutte quelle caratteristiche che si trovano normalmente su computers più grandi. Pertanto, noi riteniamo fondamentale per un discorso personal computer applicato alla gestione un'assistenza capillare, brevi tempi di intervento, buone risorse software.
La UNICOMP fornisce, insieme al sistema, software applicativo?
Nell'ambito dell'intervento nell'ambiente gestionale, la UNICOMP ha ritenuto di dover sviluppare, utilizzando il know how aziendale, pacchetti software gestionali. Noi riteniamo che il costo dello sviluppo di un buon pacchetto software - e con buon pacchetto software intendo essenzialmente un pacchetto che sia affidabile, facilmente personalizzabile, facilmente modificabile, che consenta veramente di risolvere un problema aziendale - sia decisamente troppo alto per un piccolo negozio o per un piccolo dealer.
Un buon pacchetto software richiede un know how aziendale consolidato e richiede un'esperienza, delle risorse di programmazione e dei costi che vanno al di là di quello che può essere gestito profittevolmente su un piccolo numero di installazioni. Perciò noi abbiamo ritenuto di sviluppare un sistema di gestione aziendale (contabilità generale, fatturazione, gestione magazzino) che offriamo come pacchetto gestionale.
Questo anche perché valutiamo che, mentre la vendita di packages è abbastanza difficile su macchine di alto valore e di elevato costo, a causa delle applicazioni che cambiano notevolmente da azienda ad azienda, su questo livello di macchina la omogeneità delle applicazioni è abbastanza alta per poter offrire, insieme al sistema, dei pacchetti di software facilmente personalizzabili.
Quindi noi riteniamo che la fornitura di software applicativo sia una parte fondamentale e vitale del nostro programma di vendita nell'ambiente gestionale, perché permette ai nostri agenti di partire immediatamente, di evitare quei costi di sviluppo che secondo noi sono veramente molto alti.
Pertanto, nella nostra filosofia di vendita, il nostro distributore o il nostro rivenditore non è semplicemente un distributore. Non vende soltanto i prodotti, ma è in grado di fornire un'assistenza completa, vale a dire sia un'assistenza hardware, sia un'assistenza software. Un nostro distributore deve essere in grado di dare in primo luogo una applicazione chiavi in mano, e deve essere in grado di fornire successivamente, man mano che le esigenze del suo cliente si ampliano, il necessario supporto.
Dove siete presenti come rete di distribuzione?
Attualmente siamo presenti in tutto il nord Italia, in parte nel centro Italia e in Sicilia. Il nostro piano è di coprire interamente l'Italia entro il 1979. Chi ha interesse ai nostri prodotti? Moltissime organizzazioni; le organizzazioni nascenti, o in modo molto più attivo i rivenditori di macchine per ufficio, i quali già si indirizzano al mercato adatto (essendo già in contatto con la clientela adatta a recepire questo nuovo tipo di prodotto) e quindi possono svolgere un'attività di mercato veramente notevole e penetrante.
SKYLAB: una proposta differenziata
Intervista al Sig. Viero - Amminstratore Unico della SKYLAB
Qual è la proposta SKYLAB nel settore del personal computer?
La SKYLAB intende operare in questo settore rivolgendosi a quei clienti potenzialmente interessati ma professionalmente poco preparati nella utilizzazione dei personal computers e dei microcomputers. Esiste una notevole curiosità nel settore, ma esiste anche un'argomentazione piuttosto generica circa i campi di applicazione. Come effettivo e tangibile esempio di applicazione devono essere indicate non solo le applicazioni dei giochi che, per quanto interessanti, risultano a mio parere piuttosto limitative, ma anche le applicazioni gestionali delle cui possibilità molti già si rendono conto, e soprattutto (e penso sia questa la nostra particolarità) le applicazioni di controllo industriale.
A tal fine nel nostro stand presentiamo un'applicazione di controllo di un modello di ferrovia in miniatura. Con questo esempio vogliamo dare una dimostrazione di come sia possibile effettuare un controllo industriale: i vagoni del modello possono essere considerati i carrelli di un cementificio o di una fabbrica di mangimi, le varie stazioni di lavoro di una macchina transfert. Queste sono le possibilità applicative concrete.
Attualmente noi e i nostri consulenti stiamo lavorando a un'applicazione molto interessante, diretta ai calzaturifici: l'ipotesi è, avendo un modello di scarpa, determinare da calcolatore tutte le misure. Questo vuol dire intervenire in un processo di lavorazione industriale in modo nuovo: nel nostro caso una volta stabilito il design della scarpa, è possibile passare alla fase esecutiva in un tempo estremamente breve.
Il discorso è valido anche in tutti quei settori (ad es. quello dell'abbigliamento) in cui si lavora su una grandissima quantità di variabili che devono essere conteggiate e valutate nel più breve tempo possibile, e nei quali il contributo umano, per lavori di routine, può portare errori che si ripercuotono immediatamente sull'efficienza del ciclo produttivo.
L'attività della SKYLAB è comunque esclusivamente un'attività commerciale. Ma naturalmente ci rendiamo conto che in questo settore non è possibile proporre esclusivamente il prodotto senza dare un adeguato supporto e comunque un adeguato aiuto alla utilizzazione da parte del cliente. Pertanto la nostra attività ha sostanzialmente due canali: un'attività esclusivamente di vendita dei prodotti a utilizzatori che conoscono già le modalità d'uso e si rendono conto delle possibilità applicative dei sistemi che noi proponiamo; un'altra proposta che facciamo è quella della realizzazione e della vendita di sistemi completi di controllo e di gestione (in ciò avvalendoci di ditte legate alla SKYLAB da particolari forme di contratto), con sviluppo del software relativo ed eventualmente di quelle interfacce e di quelle periferiche che si rendessero necessarie per la utilizzazione specifica.
Però quello che riteniamo ci possa distinguere da molte ditte che operano in questo settore è la nostra possibilità di fornire una vasta gamma di periferiche a questi sistemi. In questo settore infatti abbiamo visto un'esplosione di unità centrali a tutti i livelli, ma una grande carenza di unità periferiche che si rendono indispensabili per applicazioni di tipo industriale o di tipo gestionale e scientifico. Quindi la nostra cura è stata appunto nella ricerca di quei prodotti che potessero garantire la completa espandibilità e l'uso professionale di queste apparecchiature.
Per quanto riguarda invece l'aspetto di sviluppo software e l'aspetto di realizzazione hardware specifica, per l'impiego di tali sistemi in utilizzazioni particolari, come ho accennato prima, noi ricorriamo a ditte collegate con determinati tipi di contratti con la SKYLAB. La SKYLAB rimane però l'unica interfaccia con l'utilizzatore.
BIT 79, prima rassegna del microprocessore e del personal computer, quali indicazioni ha fornito?
L'utilità di BIT 79 è stata innegabile; la mostra è servita fra l'altro a diffondere la conoscenza di questi sistemi estremamente economici e molto potenti fra un largo pubblico. Ho notato una notevole curiosità, ma anche una sostanziale impreparazione. È indicativo il fatto che molti non si rendano conto dei problemi che possono risolvere nelle loro aziende e delle possibili utilizzazioni a livello personale. Certo una mostra di tal genere, che presentava in parallelo una serie di conferenze, è stata estremamente utile, perché ha fornito a quanti oggi sono interessati indicazioni e suggerimenti di utilizzazione di questi sistemi.
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