L'articolo qui presentato fa parte dell'Archivio Storico di Quattro Bit ed è tratto dalla rivista Bit n. 54 (ottobre 1984) pp. 50-51, 54, 56 fonte: Retroedicola
[Quello che mostriamo oggi è il resoconto del CES estivo, che si tenne a Chicago nel giugno del 1984. La narrazione dell'evento è di Riccardo Albini, creatore di "Videogiochi", e che invece in questo caso scriveva per la rivista "ammiraglia" della Jackson, Bit. Il periodo preso in esame è particolarmente interessante poiché mostra un momento di passaggio per quanto riguarda la struttura del mercato statunitense, con il momentaneo predominio di Commodore, gli interrogativi riguardo l'atteggiamento di Atari, l'attesa dello standard MSX e i movimenti di Apple e IBM. Albini aveva ovviamente scritto un approfondimento sul CES '84 anche su Videogiochi, in forma di "dizionario"; in caso d'interesse lo digitalizzaremo appena possibile.]
Campanello d'allarme al Consumer Electronics Show '84?
di Riccardo Albini
Il Consumer Electronics Show (CES) - tenutosi dal 3 al 6 Giugno 1984 - è indiscutibilmente la più grande esposizione di settore del mondo.
Quattro giorni - tale è la durata del CES - sono diventati troppo pochi per poter vedere tutto quello che 1381 espositori (106 in più dello scorso anno) hanno presentato su circa 75.000 metri quadrati di spazio espositivo: circa 7.000 in più del Summer CES '83.
98.271 visitatori (16.000 in più rispetto allo scorso anno) hanno invaso il McCormick Place Convention Center (esposizioni di audio, video e telefonia), Il McCormick Inn (audio), il McCormick West (computer e videogiochi) e il Conrad Hilton (audio di alta classe, il cosiddetto "esoterico"), nel tentativo di capire quale direzione prende un business da 22 miliardi di dollari di fatturato annuo: per risparmiarvi la fatica di tirar fuori il vostro "accapi", vi diciamo che in lire fa 37 mila miliardi e qualche centinaio di milioni.
Capire. Questa è sicuramente la seconda funzione del CES in ordine di importanza. Quella primaria è, naturalmente, fare affari, firmare contratti e siglare accordi.
Per noi della stampa, però, è più importante capire, individuare le tendenze, leggere tra le righe dei nuovi prodotti per anticipare i tempi e non farsi trovare impreparati.
Quali sono allora le tendenze individuate al CES di Chicago?
Innanzitutto è necessario segnalare che, nonostante il numero dei visitatori si sia avvicinato alle 100 mila unità, i corridoi del McCormick West, come degli altri spazi espositivi, non erano poi tanto affollati.
Questo dato di fatto è stato avvertito da tutti, tanto che il New York Times, in una corrispondenza da Chicago, ha ipotizzato che il mercato degli home computer sia morto. Naturalmente è una esagerazione gratuita e anche considerando la revisione in negativo delle stime di vendita per l'84, fatta dalla Electronics Industry Association (l'organizzazione che gestisce il CES), la sensazione di ristagno che aleggiava nell'aria e la mancanza di novità eccitanti la conclusione che si può trarre non è quella di un mercato morto bensì congelato.
L'indicazione più precisa di questo congelamento è l'evidente realtà che i Commodore della linea 64 sono i leader indiscussi del mercato hardware americano per i computer al di sotto dei 500 dollari.
Se questa realtà non ha sorpreso nessuno, ciò che ha maggiormente stupito e anche preoccupato gli osservatori, è stata la mancanza di concorrenti.
Sia i negozianti che i cosiddetti third-party vendors, cioè i produttori indipendenti di software, vorrebbero che l'Atari riuscisse a conquistare il posto che gli compete nel settore degli home computer o che i giapponesi si decidessero finalmente a lanciare lo standard MSX negli Stati Uniti, così da fornire una vera alternativa: nel paese del libero mercato una situazione di quasi monopolio è sempre vista con poca simpatia.
Ma l'Atari non sembra aver trovato il computer che sia l'equivalente del 2600, la consolle per videogiochi più venduta nel mondo, mentre i giapponesi hanno posticipato l'introduzione dei computer MSX dall'ultimo quarto dell'84 al primo quarto dell'85: se non cambieranno nuovamente idea, al CES '85 di Las Vegas assisteremo alla tanto paventata "invasione gialla".
Foto 2 - Lo Stand della Coleco all'interno del McCormick West, il padiglione esclusivamente dedicato ai computer e videogames. |
Anche il settore del software ha avuto, ovviamente, la sua parte nel creare questa atmosfera più tranquilla. Tranquillità, però, che molti vedono foriera di tempesta.
«Ci sono circa 8000 titoli di home software sul mercato», ha detto Bing Gordon, direttore marketing della Electronics Arts, «e la maggior parte fa schifo».
Questo eccessivo numero di programmi in commercio sta ostruendo i canali distributivi e impedisce il turn-over dei titoli esposti sugli scaffali dei negozi.
Nessuno ha voluto dire come sono andati gli affari, ma il CES di Chicago ha rappresentato proprio l'occasione per constatare fino a che punto la sovrabbondanza di titoli ha ostruito i canali distributivi.
Previsioni al momento non se ne possono fare, poiché mancano i dati, ma nel momento in cui leggerete questa corrispondenza si potrà già avere un'idea più precisa della situazione.
Tanto per cominciare, la Electronic Industry Association ha rivisto in negativo le sue previsioni per l'84, fatte all'inizio dell'anno.
Le vendite di hardware per computer sono state portate a 5,3 milioni di unità, dai 6,6 milioni previsti all'inizio dell'anno, mentre le vendite di software sono state portate da 84,5 milioni a 55 milioni di pezzi.
Lo stesso dicasi per i videogiochi. Le previsioni relative all'hardware sono scese a 4 milioni, dai 5 milioni previsti a gennaio, mentre quelle di software sono passate da 74,3 milioni a 65 milioni di pezzi.
L'unica società che dovrebbe invece rivedere le sue previsioni in positivo è la Commodore. Le vendite di hardware della Commodore dovrebbero, secondo le previsioni, superare le vendite di tutta l'industria nel 1983. E non è che l'inizio. Secondo la Commodore, rimane ancora da conquistare più del 75% del mercato domestico. Attualmente l'urgenza della Commodore riguarda i disk drive, che sono ora richiesti da quasi tutti i possessori di un 64.
Parlando di hardware non possiamo non fare un rifermento all'Apple e all'IBM, Le due acerrime concorrenti non erano al CES con un loro stand, ma la loro presenza aleggiava nelle conversazioni dei partecipanti che si chiedevano quando l'Apple si fosse decisa a sfruttare i canali di vendita di largo consumo, invece che affidarsi soltanto ai negozi specializzati, e quando l'IBM si fosse decisa a modificare il prezzo del PC del PCjr e a riconfigurarli.
L'Apple, secondo quanto riportato dalla newsletter "Home Software", dovrebbe entrare nei punti vendita di largo consumo entro la fine dell'anno, non tanto allo scopo di vendere qualche computer in più - l'Apple sembra essere al limite delle sue capacità produttive - quanto per esplorare un terreno nuovo, mai battuto fino ad ora, vista la sua politica commerciale.
L'unico dubbio riguarderebbe il modello che dovrebbe passare attraverso questi canali: il IIe o il IIc. Il primo è ormai posizionato come il computer Apple per "primi utenti"; il IIe, d'altro canto, è ideale per l'utente domestico: è tutto compreso e può funzionare subito. Una qualità che il consumatore apprezza e gradisce.
L'IBM, nel frattempo, ha dato l'impressione di stare alla finestra a guardare. Ha concesso ai rivenditori di PCjr un maggior credito e ha annunciato una riduzione dei prezzi al pubblico il che ha causato una reazione negativa alla borsa di New York dove, il giorno dopo, le sue azioni sono calate di quasi il 3%.
Il PC scenderà a 1995 dollari e il PCjr a 669 dollari (nella versione con cartridge) e a 999 (nella versione con disk drive). La nuova versione del PCjr ha 128 Kbyte di memoria, una maggiore velocità operativa e una tastiera di tipo professionale. Altra assenza importante - questa non prevista - è quella del cartello MSX. L'attesa esibizione di forza dei produttori giapponesi di computer MSX non si è materializzata, causando il disappunto di molti partecipanti al CES alla ricerca di nuovi "personaggi" che pompassero un po' il mercato dell'home computer, dopo i ritardi e gli errori di molte case del settore.
Visto che i giapponesi non hanno fatto niente (le uniche due case che esponevano software MSX erano l'Activision, la sola società statunitense che al momento sembra credere a questo nuovo standard, e la Konami, una società operante nel settore dei videogiochi da bar, che ha presentato alcuni adattamenti dei suoi giochi "arcade", più qualche titolo originale), la Microsoft ha organizzato un party per magnificare i punti di forza dello standard che ha creato. Vi hanno partecipato una cinquantina di rappresentanti di società indipendenti di software.
L'unica cosa che è stata detta sul futuro dell'MSX è che il sistema verrà commercializzato in Europa entro la fine dell'anno e che il lancio in USA è previsto per i primi mesi dell'85. In Giappone, intanto, le macchine MSX detengono un terzo del mercato, con una base installata di 200.000 unità che dovrebbe superare il mezzo milione per la fine dell'anno.
Attivi e presenti sono stati invece numerosi editori tradizionali americani, come la Random House, la Prentice-Hall, la Simon & Schuster e la Bantam Books. In un certo senso si potrebbe dire che questo CES è stato il loro trampolino di lancio nel settore dell'editoria elettronica.
Dopo anni che se ne parla, l'incontro tra editori e computer si è finalmente concretizzato in grande stile. Tutti, direttamente con il loro marchio o indirettamente fornendo titoli e soggetti a produttori di software, sono ora presenti in questo settore in crescente sviluppo.
Principalmente interessati al software educativo, le case editrici stanno sfruttando pesantemente i loro titoli di successo per adattarli - soprattutto come adventure - al formato computer.
In questo particolare settore è interessante segnalare una nuova "sottomarca" della Spinnaker, la Trillium, che ha presentato una serie di adventure game, scritti e curati da scrittori di fama come Clarke, Crichton e Bradbury. La "prosa computerizzata" diventa adulta.
Grazie di quest'ennesimo prezioso contributo. Nel mio piccolo posso suggerire il link all'articolo del New York Times cui si riferisce Albini qua: https://www.nytimes.com/1984/01/15/business/what-s-new-in-consumer-electronics.html (per chi avesse esaurito la quota di lettura mensile del NYTimes invece qua: https://archive.is/OSXbZ . Al suo interno si ipotizza che la crisi dei videogiochi dell'anno precedente possa estendersi ai computer domestici. Altra osservazione su un termine nell'articolo su Bit che i più giovani potrebbero non cogliere, "accapi" si riferisce alla linea di calcolatrici della Hewlett Packard.
RispondiEliminaP.S.: Errata corrige - 1’84 -> l’84, entrale -> entrate
Ciao Fabrizio, grazie del feedback. Per quanto riguarda l'articolo del NY Times, non credo sia quello che indichi, dato che si riferisce al Winter CES di qualche mese prima, a Las Vegas e non a Chicago. Avevo fatto una piccola ricerca e penso che la "corrispondenza da Chicago" di cui si parla sia l'articolo (sempre di David E. Sanger) che intitolato "THE EXPECTED BOOM IN HOME COMPUTERS FAILS TO MATERIALIZE", ma non sono sicuro al 100%.
EliminaGiustissimo il discorso sulle calcolatrici, ho aggiunto il link all'HP Museum. Ho corretto i due typo, casi esemplari di errori da ocr, grazie.
Hai ragione, non avevo fatto caso al mese di uscita dell'articolo del NYTimes, la sera sono meno lucido.
EliminaFigurati, no problem! Nel frattempo, ho inserito il link a quello che è l'articolo più probabile.
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