"Monopoli e i suoi discendenti" (Stampa Sera, 7 maggio 1979)

di Andrea Pachetti


Ancora una volta nella Rassegna Stampa ci collochiamo nel 1979, momento in cui secondo il giornalista "L.B." i «passatempi elettronici che si applicano al televisore» iniziarono a conquistare fette di mercato sempre più consistenti, a scapito dei tradizionali giochi da tavolo.

Dopo aver passato in rassegna il gioco tradizionale del Monopoli accanto ad alcune novità, tra cui i giochi da tavolo di ispirazione cinematografica Battaglie nella Galassia e Guerre Stellari, si arriva poi a citare i "televisivi" Capitan Harlock e Uomo Ragno; nell'ultima parte dell'articolo si passa invece a descrivere un nuovo tipo di divertimento, prettamente videoludico.

(...) La novità assoluta restano però i «videogames», i giochi più regalati per le feste natalizie. I negozi ne sono rimasti sprovvisti sino a metà febbraio, perché le stesse ditte produttrici hanno dovuto consegnare ai commercianti le proprie scorte per far fronte alle numerosissime e impreviste richieste dei torinesi.

«Videogames» sono quei giochi elettronici che, dopo aver fatto anni fa le prime apparizioni su appositi monitor collocati nei bar, sono stati fabbricati per essere applicati a qualsiasi televisore. Basta collegare la «scatola magica», mediante un filo, all'entrata per l'antenna e si può giocare a tennis, a hockey, a squash, a pallamano.

Ora sul mercato ce ne sono di parecchi tipi: per televisore a colori e bianco nero, con quattro, sei... cento giochi. I prezzi vanno dalle 30 mila (il più economico) alle 200 mila lire.

L'ultima novità del settore è il «video-computer». Consiste in una specie di video-lettore che a seconda della cassetta che si inserisce permette di giocare alle corse d'auto, a scacchi, a dama, a carte, al tiro al piattello e ad altre centinaia di giochi.

Estrapoliamo dal frammento i seguenti fatti:

1) Come in altri casi analoghi già catalogati, anche qui si cita il passaggio tra le versioni di Pong da sala giochi a quelle da provare in casa;

2) Il Natale del 1978 è segnalato come un periodo di particolare successo per le console casalinghe (almeno per la provincia di Torino), arrivando a esaurire tutte le scorte disponibili;

3) Si usa il termine videogame (tra virgolette) come sinonimo di gioco elettronico;

4) Per quanto rigurda i prezzi delle console nel maggio 1979, si descrive una forbice che va dalle 30 mila lire (93 euro) fino alle 200 mila (620 euro, sempre rivalutati al maggio 2019, 40 anni dopo).

5) Si segnala una novità sul mercato rispetto alle tradizionali console di tipo Pong, cioè un nuovo prodotto a cartucce ("cassette") intercambiabili definito "video-computer". Il riferimento è quasi sicuramente al Saba Videoplay, introdotto sul mercato italiano proprio allora. Il Videoplay, una delle versioni europee del Fairchild Channel F, è infatti l'unica console di quel periodo presente in Italia capace di offrire alcuni dei giochi citati come le "corse d'auto" (Videocart-9: Drag Race), la "dama" (Videocart-19: Checkers) e le "carte" (Videocart-3: Video Blackjack).

Ecco l'articolo integrale, reperito come in altre occasioni mediante l'Archvio Storico de La Stampa.


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