di Andrea Pachetti
L'importanza del Magnavox Odyssey nella storia e nell'evoluzione del videogioco è indubbia, in quanto prima console commerciale a essere immessa sul mercato internazionale, negli Stati Uniti durante il 1972 e nel resto del mondo a partire dall'anno successivo.
Di recente, abbiamo visto come in Italia si parlasse già dell'Odyssey in un articolo del 1973, "Il televisore come campo da giuoco", ma anche la prima rivista completamente dedicata al mondo del videogioco ne parlò nel proprio primo numero, pur senza citare esplicitamente Ralph Baer.
Nel dicembre del 1982 infatti Videogiochi della Jackson affermava che la «Magnavox, filiale americana della Philips, tentava la strada delle macchine domestiche: il suo Odyssey, però, era fuori dal suo tempo e non incontrò il successo che la colossale ditta sperava, e per giunta la tecnologia corrente era un po' troppo primitiva per ciò che i tecnici desideravano. Odyssey, insomma, fu un mezzo fallimento.»
Un commento decisamente opinabile questo, dato che Baer ha parlato di 350.000 esemplari venduti in due anni, fino al 1974, quando arrivarono sul mercato i nuovi modelli di Odyssey con circuiti integrati. La considerazione sul numero di console vendute dovrebbe essere quindi vista alla luce di un mercato che di fatto non esisteva, se non come un piccolo accessorio dell'elettronica di consumo. Peraltro, se la situazione del primo Odyssey fosse stata così disastrosa, di certo la Magnavox non avrebbe previsto la produzione dei nuovi modelli coi chip prodotti da Texas Instruments, cioè quelli dal modello 100 in poi.
Ogni sito italiano di videogiochi inevitabilmente offre un articolo riguardante l'Odyssey: nel 99% dei casi, se si affronta la questione locale, ci si limita a ripetere che questa console è stata importata nel nostro Paese dalla GBC, senza peraltro citare il fatto che questa affermazione è stata presentata per la prima volta dal sito Retrocampus in "ODISSEA? Chi era costui?", un articolo del 2012.
Abbiamo mostrato di recente come il Ping-o-tronic della Zanussi fosse stato messo in vendita nel periodo natalizio del 1974, precedendo dunque di un anno l'introduzione dell'Odyssey. Introduzione effettiva che peraltro deve essere del tutto dimostrata, dato che una pubblicità non è senz'altro sufficiente. Siamo dunque partiti dal ritrovamento operato da Retrocampus per offrire altre prove sulla effettiva presenza dell'Odyssey in Italia.
Analizzando le riviste del 1975-1976 sull'ormai pluricitato sito Introni, è possibile vedere come effettivamente la GBC avesse pubblicizzato "Odissea" sui propri mensili, partendo da Sperimentare (novembre 1975, dicembre 1975 e gennaio 1976) ma anche Selezione Radio (gennaio 1976). La campagna fu estesa anche ad altre riviste come CQ Elettronica (dicembre 1975), pubblicità che è presentata all'inizio di questo articolo e che differisce da tutte le altre per un tagliando da spedire alla GBC per ricevere un catalogo illustrato; come nota a margine sarebbe interessantissimo, anche se arduo, poterne recuperare uno.
Andando indietro coi numeri di Sperimentare, nel numero di ottobre 1975 è possibile leggere un resoconto del 9° Salone Internazionale della Musica e dell'Alta Fedeltà di Milano (il SIM Hi-Fi, del 4-8 settembre) in cui la console viene mostrata al pubblico (si vedano le due foto allegate) e si afferma che:
«(...) era esposto un nuovo gioco elettronico "ODISSEA". Questo gioco composto da un master e da due controlli separati, può essere collegato a qualsiasi televisore e raggruppa dodici giochi diversi. Un modo nuovo per spendere il nostro tempo libero. (...) Anche questo gioco sarà prossimamente in vendita presso tutte le sedi GBC.»
Abbiamo quindi a questo punto una campagna pubblicitaria durata alcuni mesi e una presentazione a un'importante manifestazione sel settembre 1975, ma manca ancora una dimostrazione dell'effettiva commercializzazione: questa potrebbe essere verificata per esempio con degli acquisti e delle vendite reali. Sono andato dunque a vedere gli annunci economici del 1976 sulle medesime riviste e ho trovato questi due, che si riferiscono alla stessa persona di Roma:
È in particolare il primo annuncio a risultare interessante dal punto di vista storico, perché il venditore afferma esplicitamente di possedere anche il fucile elettronico citato nella pubblicità italiana, oltre a elencare alcuni dei giochi con gli stessi nomi tradotti. Ancora più interessante se possibile sono i prezzi: si cita un "valore" di 203.000 Lire e una cifra richiesta di 130.000 Lire.
Ricordando che il prezzo nel Ping-o-tronic nel 1975 era di 49.000 Lire, si può notare come l'Odyssey costasse quattro volte tanto, e dunque forse anche da questo si può comprendere il motivo dell'insuccesso e il conseguente oblio che questa console ha avuto nel nostro Paese.
Giusto per fare due conti in quanto a rivalutazione, 203.000 Lire nella media annua del 1976 equivalgono a circa 950 euro del settembre 2019, le 130.000 Lire dell'usato a circa 600 euro, sicuramente due cifre davvero ingenti. Per concludere, se ce ne fosse bisogno, ricordiamo che queste considerazioni non esauriscono certo l'argomento, che anzi necessiterà di molti altri dati per poter essere definitivamente chiarito in futuro.
Aggiornamento del 22/01/2020: grazie a una segnalazione di Carlo Santagostino, ho verificato che in una inserzione Ebay veniva offerto in fotocopia un manuale del Magnavox Odyssey completamente tradotto in italiano (come Odissea), dunque una ulteriore prova dell'effettiva commercializzazione sul territorio nazionale di questa console.
L'importanza del Magnavox Odyssey nella storia e nell'evoluzione del videogioco è indubbia, in quanto prima console commerciale a essere immessa sul mercato internazionale, negli Stati Uniti durante il 1972 e nel resto del mondo a partire dall'anno successivo.
Di recente, abbiamo visto come in Italia si parlasse già dell'Odyssey in un articolo del 1973, "Il televisore come campo da giuoco", ma anche la prima rivista completamente dedicata al mondo del videogioco ne parlò nel proprio primo numero, pur senza citare esplicitamente Ralph Baer.
Nel dicembre del 1982 infatti Videogiochi della Jackson affermava che la «Magnavox, filiale americana della Philips, tentava la strada delle macchine domestiche: il suo Odyssey, però, era fuori dal suo tempo e non incontrò il successo che la colossale ditta sperava, e per giunta la tecnologia corrente era un po' troppo primitiva per ciò che i tecnici desideravano. Odyssey, insomma, fu un mezzo fallimento.»
Un commento decisamente opinabile questo, dato che Baer ha parlato di 350.000 esemplari venduti in due anni, fino al 1974, quando arrivarono sul mercato i nuovi modelli di Odyssey con circuiti integrati. La considerazione sul numero di console vendute dovrebbe essere quindi vista alla luce di un mercato che di fatto non esisteva, se non come un piccolo accessorio dell'elettronica di consumo. Peraltro, se la situazione del primo Odyssey fosse stata così disastrosa, di certo la Magnavox non avrebbe previsto la produzione dei nuovi modelli coi chip prodotti da Texas Instruments, cioè quelli dal modello 100 in poi.
Ogni sito italiano di videogiochi inevitabilmente offre un articolo riguardante l'Odyssey: nel 99% dei casi, se si affronta la questione locale, ci si limita a ripetere che questa console è stata importata nel nostro Paese dalla GBC, senza peraltro citare il fatto che questa affermazione è stata presentata per la prima volta dal sito Retrocampus in "ODISSEA? Chi era costui?", un articolo del 2012.
Abbiamo mostrato di recente come il Ping-o-tronic della Zanussi fosse stato messo in vendita nel periodo natalizio del 1974, precedendo dunque di un anno l'introduzione dell'Odyssey. Introduzione effettiva che peraltro deve essere del tutto dimostrata, dato che una pubblicità non è senz'altro sufficiente. Siamo dunque partiti dal ritrovamento operato da Retrocampus per offrire altre prove sulla effettiva presenza dell'Odyssey in Italia.
Analizzando le riviste del 1975-1976 sull'ormai pluricitato sito Introni, è possibile vedere come effettivamente la GBC avesse pubblicizzato "Odissea" sui propri mensili, partendo da Sperimentare (novembre 1975, dicembre 1975 e gennaio 1976) ma anche Selezione Radio (gennaio 1976). La campagna fu estesa anche ad altre riviste come CQ Elettronica (dicembre 1975), pubblicità che è presentata all'inizio di questo articolo e che differisce da tutte le altre per un tagliando da spedire alla GBC per ricevere un catalogo illustrato; come nota a margine sarebbe interessantissimo, anche se arduo, poterne recuperare uno.
Andando indietro coi numeri di Sperimentare, nel numero di ottobre 1975 è possibile leggere un resoconto del 9° Salone Internazionale della Musica e dell'Alta Fedeltà di Milano (il SIM Hi-Fi, del 4-8 settembre) in cui la console viene mostrata al pubblico (si vedano le due foto allegate) e si afferma che:
«(...) era esposto un nuovo gioco elettronico "ODISSEA". Questo gioco composto da un master e da due controlli separati, può essere collegato a qualsiasi televisore e raggruppa dodici giochi diversi. Un modo nuovo per spendere il nostro tempo libero. (...) Anche questo gioco sarà prossimamente in vendita presso tutte le sedi GBC.»
Abbiamo quindi a questo punto una campagna pubblicitaria durata alcuni mesi e una presentazione a un'importante manifestazione sel settembre 1975, ma manca ancora una dimostrazione dell'effettiva commercializzazione: questa potrebbe essere verificata per esempio con degli acquisti e delle vendite reali. Sono andato dunque a vedere gli annunci economici del 1976 sulle medesime riviste e ho trovato questi due, che si riferiscono alla stessa persona di Roma:
Ricordando che il prezzo nel Ping-o-tronic nel 1975 era di 49.000 Lire, si può notare come l'Odyssey costasse quattro volte tanto, e dunque forse anche da questo si può comprendere il motivo dell'insuccesso e il conseguente oblio che questa console ha avuto nel nostro Paese.
Giusto per fare due conti in quanto a rivalutazione, 203.000 Lire nella media annua del 1976 equivalgono a circa 950 euro del settembre 2019, le 130.000 Lire dell'usato a circa 600 euro, sicuramente due cifre davvero ingenti. Per concludere, se ce ne fosse bisogno, ricordiamo che queste considerazioni non esauriscono certo l'argomento, che anzi necessiterà di molti altri dati per poter essere definitivamente chiarito in futuro.
Aggiornamento del 22/01/2020: grazie a una segnalazione di Carlo Santagostino, ho verificato che in una inserzione Ebay veniva offerto in fotocopia un manuale del Magnavox Odyssey completamente tradotto in italiano (come Odissea), dunque una ulteriore prova dell'effettiva commercializzazione sul territorio nazionale di questa console.
Ciao a tutti,
RispondiEliminaHo fatto quasi lo stesso rapporto per il G.B.C. Odissea sul mio blog l'8 maggio 2020 (http://odysim.blogspot.com/2020/05/the-gbc-italiana-odissea.html) senza conoscere questo rapporto.
Ma ho portato una copia originale del G.B.C. Odissea su Ebay.it (non una fotocopia) e ho scansionato l'intero manuale (http://odysim.blogspot.com/2020/09/the-gbc-odissea-manual-is-now-available.html) quindi chiunque può godere di vederlo / leggerlo.
Basta fare clic sul collegamento per visualizzare / leggere o scaricare il manuale:
https://archive.org/download/odyssey-archive/GBC%20Odissea%20%28Italy-1975%29.pdf
Si spera che un giorno una vera console Odissea farà la sua comparsa!
- Sly DC -
Thank you for scanning and sharing the complete "Odissea" manual, it is really an important find! I'll add a note to my post with the link asap.
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